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News della sezione Progetti e ricerche su Venezia

06/06/2006 - Mose in "revisione", parte la richiesta a Prodi

Tratto da "Il Gazzettino" del 06/06/2006

Il sindaco, Massimo Cacciari, ha spuntato la fiducia sul Mose , ma è stato accusato da Sebastiano Bonzio di Rifondazione di essere stato sfiduciato dal consiglio comunale. Nel paradosso stanno tutte le possibili interpretazioni alternative dell'ordine del giorno sulla salvaguardia approvato ieri sera a larga maggioranza dal consiglio comunale, dal quale le paroline magiche "revisione del progetto alle bocche di porto", giudicate per settimane irrinunciabili dal sindaco, sono scomparse.
Al loro posto, esattamente questa dizione: «Porre in essere una immediata verifica degli interventi alle bocche di porto in corso di esecuzione e di quanto emerso nella riunione del Comitatone del 3 aprile 2003 (sì al Mose grazie all'accettazione degli 11 punti,ndr) al fine di realizzare compiutamente la visione sistemica delle politiche di salvaguardia, privilegiando le relative opere...».
Per Bonzio, «concetto più debole», «parole vaghe», tali da giustificare l'accusa di sfiducia al sindaco. Per Cacciari, invece, «parole chiarissime». Il giudizio del sindaco va letto tenendo conto della sua relazione introduttiva fatta in apertura di seduta del consiglio, e poi diventata parte integrante dell'ordine del giorno con un esplicito richiamo.
Cacciari ha fatto un po' di cronistoria per demolire il Mose , ricordando che la Valutazione di impatto ambientale sull'intervento richiesta all'unanimità dal consiglio comunale nel '95 doveva essere «preliminare» e «condizione indispensabile» alla prosecuzione del progetto, che la legge imponeva le caratteristiche di sperimentalità e reversibilità dell'intervento, che nel '97 il consiglio comunale aveva bocciato lo studio di impatto ambientale, e che nel '98 la Commissione nazionale Via aveva fatto altrettanto, anche se poi il relativo decreto era stato annullato dal Tar per ragioni meramente formali, tanto che ancora nel 2005 la Commissione europea, nell'aprire una procedura di infrazione contro l'Italia per le violazioni alle norme comunitarie provocate dai cantieri del Mose , vi aveva fatto riferimento.
«Nessuno può mettere in dubbio che le opere hanno un grande impatto ambientale, basta andare al Lido e vedere», ha aggiunto Cacciari, ricordando poi che gli 11 punti imposti dal consiglio comunale nel 2003 per trasformare in sì il no al Mose «dovevano essere del tutto logicamente propedeutici all'avvio delle opere», e che centrale era la loro sperimentazione, ovviamente da farsi "prima" dell'intervento, pena «essere una barzelletta». Insomma, ha accusato Cacciari, «il Comitatone ha stravolto il deliberato».
Con queste premesse, la richiesta di "verifica" assume un significato più chiaro, anche se nessuno ha parlato esplicitamente di fermare il Mose . «Non si tratta di bloccare niente, ma anzi di far fare le sperimentazioni», ha sostenuto Cacciari, che però significano rialzo dei fondali, opere trasversali fisse o removibili, riassetto morfologico della laguna, prolungamento dei moli foranei. «Si faccia la sperimentazione nel corpo vivo della laguna e si dimostrerà che il Mose non serve», ha tradotto Gianfranco Bettin (Verdi), garantendo che i Verdi non resteranno nel Governo nazionale «se il Mose non verrà smontato pezzo per pezzo».
«Andrò in Comitatone chiedendo di verificare sperimentalmente queste cose, per un periodo che ci permetta davvero la verifica, che non può essere fatta a ferragosto», ha concluso Cacciari, ricordando che sono stati presentati progetti «più semplici, meno costosi e meno onerosi per la riduzione delle maree, più reversibili, e realizzabili in metà tempo». Cacciari ha chiesto «un'autentica verifica», «un'autentica sperimentazione», invitando «a procedere a quelle opere che siano compatibili con qualsiasi scenario che debba emergere dalla verifica».
A dire che il re è nudo ci ha pensato Felice Casson, che ha subordinato il suo voto sull'ordine del giorno a una lettura autentica del passaggio (quello che abbiamo citato) che parla di realizzare compiutamente la visione sistemica delle politiche di salvaguardia. «Dentro c'è il Mose »?, ha chiesto Casson, e il capogruppo dei Ds, Michele Mognato, nel presentare l'ordine del giorno ha garantito che il concetto significa «riassetto morfologico, riequilibrio idraulico, disinquinamento, mantenimento dei beni della città», ricordando che la discussione avvenuta negli ultimi mesi ha dimostrato «che vi sono progetti alternativi compatibili con le opere fin qui realizzate». Insomma, non si butterebbe via niente.
Qualche margheritino filocostiano ha cominciato ad avere qualche male di pancia, ma è stato zittito da Tiziano Treu. «Garantisco l'adesione della Margherita al documento presentato da Mognato - ha detto il senatore - di cui condivido il commento, a riprova del lavoro di convergenza vera. Il documento va letto nella sua integrità - ha aggiunto - senza forzature o libere interpretazioni per una autentica verifica».

A tarda serata, dopo un lunghissimo dibattito, il documento (preparato in pratica da Mognato e da Piero Rosa Salva), ha ottenuto 36 sì e 9 no (le opposizioni più Bonzio e Saetta dell'Udeur). Bocciato un ordine del giorno alternativo di Bonzio (moratoria dei lavori) con voto speculare (astenuti, però, Bettin e Franco Conte del Gruppo Misto).
Silvio Testa

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31/05/2006 - Mose a secco di soldi

Tratto da "Il Gazzettino" del 31/05/2006

(S.T.) Per ora ha ragionevoli motivi per stare tranquilla, ma ancora per poco, perché presto i nodi cominceranno a venire al pettine. Anche la presidente del Magistrato alle Acque, Maria Giovanna Piva, ha letto dell'allarme sui conti pubblici lanciato dal presidente del Consiglio, Romano Prodi, e dal ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa, e ha visto delle grandi opere a rischio, tra le quali viene dato anche il Mose, ma finora non ha ricevuto indicazioni o messe in guardia. «A tutto ieri - ha spiegato - alla mia segreteria non è arrivato nulla».
È vero, però, che i soldi sono agli sgoccioli, e che se non arriveranno presto i 400 milioni di euro stanziati dal Cipe per la prosecuzione dei lavori, alle bocche di porto non si apriranno nuovi cantieri. Ma c'è un ma: il decreto di spesa è stato approvato dal Governo (Berlusconi), ma non è stato registrato dalla Corte dei Conti e dunque non produce effetti, ed è facile immaginare che tutto resterà a bagnomaria finchè il Governo Prodi non avrà deciso che pesci prendere. «Per ora non patiamo sofferenze immediate - ha spiegato l'ing. Piva, ma certo tra qualche mese...».
Vuoi vedere che «la revisione del progetto alle bocche di porto», che il sindaco, Massimo Cacciari, ha chiesto col suo ordine del giorno, ma che la Margherita vuole, per dir così, "limare" sarà imposta non dal consiglio comunale di Venezia ma dalla mancanza di fondi? Che la sospensione dei lavori, su cui Rifondazione si accapiglia restando in Comune all'opposizione degli altri partiti dell'Unione, avverrà per forza di cose? Sia come sia, Cacciari ieri in Regione ha incontrato i gruppi consiliari dell'Unione, per illustrare il suo ordine del giorno e per definire una linea concorde del Centrosinistra tra Ca' Farsetti e Palazzo Ferro Fini. «Conta la richiesta al Governo di rivedere il progetto», ha sostenuto, lasciando per il resto libertà di integrare la sua posizione, magari con un riferimento, come vuole la Margherita, ai famosi 11 punti introdotti dal 2003 e rimasti lettera morta.

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22/05/2006 - Ca' Farsetti oggi assediata dai NoMose

Tratto da "Il Gazzettino" del 22/05/2006

I mali di pancia della Margherita sul Mose rischiano di pregiudicare anche la faticosa ricostruzione dell'Unione a Venezia, interrompendo quel percorso di riavvicinamento dei Verdi alla giunta Cacciari che tutti danno per scontato. Se sull'ordine del giorno del sindaco, che chiede la revisione del progetto alle bocche di porto, la Margherita traccheggia da mesi, e se Rifondazione va invece oltre, chiedendo la moratoria dei lavori del Mose, ma restando isolata all'opposizione, i Verdi sono disponibili a costruire una posizione di governo, senza però fare sconti a nessuno.
Il documento di Cacciari sul Mose, insomma, è ora, dopo la Chimica, la discriminante per l'entrata dei Verdi in giunta. «È chiaro che lo è, non ce la metteremo certo via così», ha garantito la deputata verde Luana Zanella, proprio colei, cioé, che è destinata ad entrare in giunta al posto del dimissionario assessore alla Cultura, Sandro Parenzo, se matureranno le condizioni locali e nazionali. E tra le condizioni locali, una chiara posizione critica del consiglio comunale sul Mose è praticamente la prima. «Noi lotteremo fino alla fine, - ha aggiunto Luana Zanella - ma è chiaro che se le modifiche al documento del sindaco fossero pesanti e insopportabili, non potremmo che prenderne atto, ma credo che anche Cacciari non potrebbe cedere».
Oggi, sul fronte del Mose, la giornata si preannuncia molto animata: l'assemblea permanente NoMose ha messo in cantiere una manifestazione, con tanto di corteo acqueo con partenza alle 15 dalla stazione e "assedio" di Ca' Farsetti dove alla stessa ora è convocato il consiglio comunale; ma anche Rifondazione, che appoggia l'assemblea NoMose, ha annunciato un'iniziativa politica, ovvero la richiesta di mettere al centro dei lavori odierni un proprio ordine del giorno sulla salvaguardia, più radicale di quello del sindaco. «Chiediamo la moratoria dei lavori - ha infatti annunciato il capogruppo, Sebastiano Bonzio - e una radicale revisione del progetto».
I Verdi, ovviamente, condividono, ma Luana Zanella ha preannunciato una linea più "politica", che mira a risultati concreti. «Noi ora siamo forza di governo - ha spiegato - con possibilità di raggiungere risultati concreti e decisivi: dobbiamo dunque convincere tutta l'Unione, puntare a posizioni non ideologiche, ma avanzate e condivise. Non credo - ha concluso - che un ordine del giorno di minoranza sia vincente».
La parlamentare verde conta comunque molto su Cacciari, nonché sul vicesindaco, Michele Vianello, la cui posizione sul Mose è chiaramente critica. «E non credo - ha sostenuto Vianello - che il documento di Cacciari sul Mose costituisca un qualche problema per il mio partito». La Quercia, insomma, è disponibile a fare quadrato. Basterà? Sui numeri, è il partito di Rutelli ad essere vincente in consiglio comunale, ma restare di fatto isolati nel Centrosinistra sulla salvaguardia, o peggio andare al voto sul Mose in ordine sparso, come ha annunciato il capogruppo, Piero Rosa Salva, parlando di voto di coscienza, nella Margherita non conviene a nessuno.
Silvio Testa

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09/05/2006 - Accordo raggiunto tra Vesta e Aepe per i costi della raccolta extra

Tratto da "Il Gazzettino" del 09/05/2006

Accordo raggiunto tra Vesta e Associazione pubblici esercizi per le nuove modalità di raccolta differenziata, che costeranno a gestori di bar e ristoranti 10 euro in più la settimana. Questo, infatti, è il "sacrificio economico" stabilito per ogni esercente relativamente a questo servizio aggiuntivo.
L'amministratore delegato dell'azienda, Andrea Razzini, e il segretario di Aepe, Ernesto Pancin, si sono incontrati ieri mattina e hanno deciso quindi di aumentare la frequenza della raccolta per la sezione vetro, plastica e lattine (e solo per questa) nelle attività di somministrazione alimenti e bevande.L'accordo raggiunto ieri prevede due passaggi di raccolta in più, oltre a quelli attuali che vengono svolti al mercoledì e al sabato. Gli operatori Vesta passeranno con ogni probabilità anche il lunedì e il giovedì. Vesta e Aepe hanno trovato l'intesa sul prezzo: 5 euro in più a passaggio, vale a dire appunto 10 euro la settimana. Con questi soldi Vesta punta a rientrare delle spese, anche se solo tra qualche mese si capirà se saranno sufficienti. Di sicuro c'è che, per ora, ogni esercizio pagherà la stessa cifra. Insomma, si farà alla... romana, dividendo l'ammontare complessivo del costo del servizio per il numero degli utenti. In seguito però potrebbe anche essere introdotto un criterio di proporzionalità basato sulla quantità di rifiuti prelevati o sulle dimensioni dei locali.
Di certo il ritiro del materiale avverrà di sera e l'Aepe nei prossimi giorni comincerà a distribure agli associati moduli di adesione con questionati per capire dagli esercenti le necessità e gli orari migliori. Lo scopo è arrivare a definire aree e fasce orarie omogenei per zone. Il conferimento avverrà direttamente agli operatori Vesta con gli attuali sacchi, anche se non è escluso che più avanti si studino contenitori diversi.«Per noi - spiega Pancin - sarebbe opportuno individuare aree di conferimento che siano vicine ai locali e distanti dalle abitazioni, visto che la raccolta serale potrebbe disturbare i residenti. Vogliamo evitare disagi per la popolazione e per questo, dopo questa prima fase di sperimentazione che durerà tutta l'estate, non è escluso che qualcosa possa cambiare».
«Sappiamo - aggiunge Pancin - che il centro storico e in particolare il sestiere di San Marco non si presta a individuare aree di questo tipo. Qualche anno fa la Soprintendenza bocciò l'installazione di 400 cassonetti a Venezia. Tuttavia pensiamo che si potrà arrivare a individuare luoghi di conferimento adatti, dove quattro sere la settimana gli esercenti possano portare i sacchi e consegnarli a Vesta».«Comunque - conclude Pancin - era importante evitare che i locali, specie quelli più piccoli, soffocassero per l'accumulo di questa tipologia di rifiuti . Così come è importante, da parte nostra, dare il segnale di un contributo nel mantenere pulita la città. Ringraziamo Vesta per aver capito i nostri problemi».
Le nuove modalità di raccolta, con quattro passaggi la settimana per vetro, plastica e lattine (due dei quali a pagamento extra), non riguarderanno comunque solo San Marco, ma anche i pubblici esercizi di Dorsoduro, dove la differenziata era partita già da tempo e saranno estesi a tutti i locali: quelli piccoli (in cui si era evidenziata la difficoltà nello stivare i rifiuti per più giorni), ma anche quelli di superficie estesa. L'esperimento così come è stato pensato ieri andrà avanti per tutta l'estate e in autunno Vesta e Aepe si ritroveranno per verificare l'efficacia, la sostenibilità economica e l'eventualità di introdurre una differenziata ancora più spinta.Per ora nessuna novità, invece, per la differenziata di utenze private e altri esercizi commerciali, nè per quanto riguarda il ritiro delle altre frazioni: residuo umido e carta e cartone. In questi ambiti tutto procede secondo le regole entrate in vigore il 2 maggio scorso.
Da.Sca.

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06/12/2005 - Venezia e il MoSE sulla Stampa Estera

Tratto da "Le monde" del 5/12/05

Articolo in lingua francese che affronta il tema della costruzione delle dighe mobili alla bocche di porto con riferimenti all'opinione del Sindaco Cacciari e alla "battaglia" avviata dai NoMose.
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