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News della sezione Progetti e ricerche su Venezia

09/10/2006 - Mose: congelato il Comitatone e la Margherita si spacca in due.

Tratto da “Il Venezia” del 09/10/2006

Mose si o Mose no? La Margherita conta tra i suoi petali chi é a favore e chi é contro al progetto di dighe mobili alle bocche di porto, e lo fa a colpi di comunicati. Il volantino che sta circolando in questi giorni parla chiaro; la Margherita di Venezia interpreta 1'ordine del giorno del consiglio comunale (votato lo scorso 6 maggio) come una presa di posizione a favore della grande opera contro le acque alte. «Fermare il Mose senza un'alternativa sarebbe una follia - c'é scritto - siamo perciò favorevoli alle opere di salvaguardia previste dalla legge». Il capogruppo comunale Piero Rosa Salva però smentisce: «Il volantino non rispecchia la posizione dell'intero partito».
La polemica è servita su un piatto d'argento ed era stata anticipata venerdì scorso in Sala San Leonardo durante 1'assemblea cittadina No Mose: «Una discrepanza interna al partito del sindaco Cacciari che dimostra la debolezza della sua maggioranza» ha attaccato Sebastiano Bonzio consigliere di Rifondazione. Per la corrente della Margherita più vicina all'ex sindaco Paolo Costa, non é dunque possibile fermare i cantieri del Mose senza aver verificato valide proposte alternative. Ma i progetti contro le acque alte vagliati dal Comune e inviati al Governo non sono mai stati presi in considerazione. L'ha denunciato il deputato di Rifondazione Paolo Cacciari nel corso dell'assemblea: questo governo é reo di non aver ancora dato risposta alla mozione delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato che avevano chiesto 1'invio del comitato tecnico in laguna per verifica,re le alternative alle dighe mobili e la possibilità di sospensione dei lavori irreversibili». Il silenzio assordante di Roma si associa al nulla di fatto sulla data del prossimo Comitatone, attesa anche dall'Assemblea Permanente per organizzare ulteriori mobilitazioni. «Senza comitato tecnico non si riunirà il Comitatone e nel frattempo nei cantieri si prosegue a pieno ritmo» segnalano i No Mose. Ma l'ambito locale s'intreccia anche con la legge finanziaria appena depositata. Il consigliere verde Beppe Caccia ha segnalato come i 15 milioni di euro previsti nell'allegato "Infrastrutture" in gran parte destinati a rimpinguare i finanziamenti previsti per la legge speciale veneziana, siano «irrisori rispetto alle richieste del Consorzio Venezia Nuova, concessionario unico dei lavori. Secondo una stima di massima, con questi soldi a disposizione il termine ultimo dei cantieri del Mose slitterebbe al 2025, assorbendo 1'intera disponibilità economica». Dal canto suo Paolo Cacciari ha auspicato che in base di revisione del Testo unico ambientale il Governo colga l'occasione di «mettere mano agli apparati che sovrintendono i progetti di salvaguardia della Laguna, trasferendoli come logica vorrebbe dal ministero delle Infrastrutture al dicastero per l’Ambiente diretto da Pecoraio Scanio».
Beatrice Berzaghi

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26/09/2006 - Oggi la prima "vera" acqua alta

Tratto da “Il Gazzettino” del 26/09/2006

Il Centro maree del Comune annuncia per oggi la prima "vera" acqua alta della stagione: 105 centimetri alle 12.50. Se le previsioni risulteranno corrette, sarà dunque il caso di tirare fuori dagli armadi gli stivaloni, anche perché è più facile che la previsione sia approssimata per difetto che per eccesso.
«Dipende dall'intensità che raggiungerà lo Scirocco, hanno spiegato ieri dal Centro maree, che nel tardo pomeriggio, con un Sms inviato a tutti i soggetti registrati, ha sottolineato che c'è una probabilità del 15 per cento che la marea superi i 110 cm».
Ieri, intanto, c'è stato un primo assaggio, con 91 cm. di marea registrati alle 12,30: una misura alla quale vanno sotto per un tempo limitato le parti più basse della città (circa il 3 per cento), ma tra queste Piazza San Marco, che dunque "fa notizia".
La marea è comunque sostenuta (viene chiamato il codice giallo) e la previsione di oggi somma a un'alta previsione astronomica (+ 69 cm), un notevole contributo di sessa (+ 23 cm) e 13 cm. di contributo meteorologico, legato alla saccatura di bassa pressione presente sulle nostri regioni che richiama venti di Scirocco. La sessa, come si ricorderà, è quell'oscillazione dell'Adriatico dovuta alle differenze di pressione tra l'Alto e il Basso mare, che si comporta come l'asse di un'altalena.
In questi giorni il Centro maree è stato anche in difficoltà, per l'inaspettato black out di Eumetsat (il centro europeo dal quale si "pescano" le situazioni meteo da leggere poi in chiave locale) che senza preannuncio ha cambiato il satellite che trasmette dati e informazioni.
A ogni buon conto, le previsioni sono di + 75 cm per questa notte, + 30 per le 6,30 del mattino, + 105 per le 12,50, + 100 alle 19,30, mentre la marea viene data per sostenuta anche per domani at- torno alla 13. Dal Centro maree comunque ricordano che dal 15 settembre è ripreso il servizio di posa delle passerelle.
(S.T.)


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20/09/2006 - Schiaffo di Cacciari: "Niente Mose in Arsenale"

Tratto da "Il Gazzettino" del 20/09/2006

Si dice fax, si legge schiaffo. Come altro chiamare, infatti, la nota con la quale 1'altra sera il sindaco, Massimo Cacciari, ha bocciato di brutto il progetto del Consorzio Venezia Nuova per insediare nell'Arsenale Nord il centro di realizzazione, manutenzione e gestione del Mose? Un fax riservato, inviato alla presidente del Magistrato alle Acque, Maria Giovanna Piva, alla vigilia di una riunione dalla stessa convocata a Palazzo X Savi per discutere del progetto. «Riunione inutile - ha commentato Cacciari - perché quel progetto è incompatibile con le destinazioni del Piano particolareggiato dell'Arsenale Nord».
Per il Comune, la questione è molto semplice. Il Piano particolareggiato, infatti, destìna tutta 1'area dei Bacini di carenaggio ad "attività cantieristica", cioè alla manutenzione o alla costruzione navale, e i portelloni del Mose, che il Consorzio vorrebbe costruire e mantenere in Arsenale, non sono proprio delle imbarcazioni. Vero che i lavori sarebbero praticamente gli stessi (saldare, sabbiare, pitturare, etc), ma la lettera del Piano dice "cantieristica", e dunque per il Comune i 78 portelloni del Mose il Consorzio se li va a fare da un'altra parte.
«Oppure si modifica il Piano particolareggiato, con un altro accordo di programma», ha spiegato ieri il capo di gabinetto del sindaco, Maurizio Calligaro, ma ciò in via del tutto teorica. È evidente, infatti, che l'amministrazione Cacciari, impegnata in un duro braccio di ferro col Governo per fermare il Mose e avviare quantomeno la sperimentazione di alcuni dei progetti alternativi inviati da poco al Comitatone, non ha una ragione al mondo per avviare una variante alle destinazioni urbanistiche dell'Arsenale Nord.
Come si ricorderà, il 28 settembre dell'anno scorso il Governo Berlusconi aveva concesso per 19 anni la quasi totalità dell'Arsenale Nord (214 mila metri quadrati) al Consorzio. Si era alla vigilia del Comitatone, e Cacciari, affermando di essere stato informato solo a cose fatte, l'aveva presa a male ma aveva reagito in modo quasi rassegnato. «Le destinazioni sono compatibili con il Mose>>, aveva commentato, ma ora l'istruttoria fatta dagli uffici dell'assessorato all'Urbanistica gli ha consentito di cambiare idea.
Alla riunione di ieri, dunque, il Comune non ha neppure partecipato (e anche la Soprintendenza ai Beni ambientali e architettonici è stata presente solo in forma di uditrice, riservandosi di inviare a giorni il proprio parere ufficiale), bocciando il progetto che, per conto del Consorzio, è stato redatto dallo studio di architettura Lombardi Associati, da Palomar, Technital, Thetis. Secondo gli elaborati, si prevede il recupero degli edifici attuali (530 mila metri cubi), alcune demolizioni (in parte consentite, tranne un caso), la realizzazione di quattro grandi nuovi edifici destinati alla costrnzione, alla sabbiatura e alla verniciatura delle paratoie, che sono larghe 20 metri per altezze variabili tra i 19 e i 30.

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22/07/2006 - Cacciari: «Nessuna decisione sui lavori del Mose»

Tratto da "Il Gazzettino" del 22/07/2006

«Se Venezia lo vorrà, lo si farà, se non lo vorrà, discuteremo di progetti diversi». Così sul Mose il leader della Quercia, Piero Fassino, a Venezia il 24 marzo. «Sul Mose faremo come vuole Massimo». Cioé Cacciari. Così Francesco Rutelli, da poco nominato vicepremier. Sembrava un minuetto, ma ora tra Venezia e il Governo è guerra. Troppo dura, per Cacciari, ingoiare la musata presa l'altroieri in Comitatone, con la decisione, annunciata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, che i lavori del Mose vanno avanti, anche se entro un paio di mesi verrà affrontata la valutazione delle alternative messe in campo dal Comune.
Ed ecco la dichiarazione di apertura delle ostilità. «Sfido chiunque - ha scandito ieri il sindaco - a dire che sulla prosecuzione dei lavori ci sia stata in Comitatone una posizione favorevole, non dico condivisa, ma votata. C'è un verbale? Me lo mostrino - è sbottato -, ma se c'è un verbale, è falso, e vedremo che iniziative prendere». Cacciari ha ricostruito la seduta del Comitatone raccontando di una veloce intesa sul rifinanziamento della legge speciale (50 dei 380 milioni di euro assegnati dal Cipe al Mose, ma i fondi non arriveranno per nessuno prima di febbraio 2007), e di un faticoso accordo sull'istituzione nell'ambito della Presidenza del Consiglio di un gruppo di lavoro per la verifica delle alternative al Mose, «per alcuni (Giancarlo Galan e Antonio Di Pietro,ndr) giudicato del tutto superfluo».
Cacciari ha invece raccontato che sul fermare intanto i lavori, proseguendo solo ciò che non comprometterebbe la sperimentazione e le verifiche chieste dal Comune, «si è discusso in modo confuso, 5 minuti per non perdere gli aerei», con alcuni ministri d'accordo con lui e altri favorevoli alla prosecuzione dei lavori contrattualmente già assegnati, ma che il Comune non conosce. «Una discussione accesa e brevissima - ha aggiunto il sindaco -, uno scambio vivace che ognuno ha interpretato come voleva».
Risultato? «Chiederemo ai sensi di legge l'accesso agli atti al Magistrato alle Acque e anche alla Soprintendenza - ha annunciato Cacciari - per sapere quali siano i contratti chiusi, per capire dal vivo cosa succederebbe nel caso di rescissione contrattuale». Il Comune chiederà anche di avere i progetti - stralcio esecutivi dei lavori in corso.
Il sindaco ha poi aggiunto che il Comune manderà al gruppo di lavoro «in forma di un vero progetto di massima» le due o tre alternative al Mose ritenute più interessanti, con la richiesta che siano ascoltati sia i consulenti tecnici del Comune sia i progettisti, e che i progetti siano sottoposti al Consiglio superiore dei Lavori pubblici. Si tratterà dei progetti che prevedono la chiusura parziale o totale delle tre bocche di porto con elementi fissi e mobili (navi porta) e delle paratoie a gravità.
«Fossi il Governo partirei di là, con soluzioni differenti alle tre bocche», ha sostenuto Cacciari, ribadendo la necessità di un vero ripristino morfologico della laguna, sempre annunciato e mai realizzato. «Nel prossimo Comitatone - ha concluso Cacciari - dovremo giungere a una posizione senza ambiguità, e se il Governo deciderà di procedere con il Mose se ne assumerà tutte le responsabilità».
Silvio Testa
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09/07/2006 - Comitatone a luglio, ma si decide a settembre

Tratto da "Il Gazzettino" del 09/07/2006

La convocazione ufficiale ancora non c'è, ma la riunione del Comitatone dovrebbe tenersi il 19 o il 20 luglio, a Roma. Questa, almeno, è l'intesa maturata l'altroieri sera nell'ultima telefonata intercorsa tra il sindaco, Massimo Cacciari, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Enrico Letta.
Un mese fa, il vicepremier, Francesco Rutelli, aveva garantito che la seduta del Comitatone, nella quale il Comune intende chiedere la "verifica" del progetto del Mose e l'avvio della sperimentazione di interventi diversi alle bocche di porto, si sarebbe tenuta a Venezia entro metà luglio, ma le divisioni all'interno del Governo hanno fatto slittare i tempi.
Da un lato, infatti, tra quanti compongono il Comitatone ci sono a favore del Mose il premier, Romano Prodi, Rutelli e, pare, il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro. Dall'altro almeno tre ministri: il verde Alfonso Pecoraro Scanio (Ambiente), il diessino Fabio Mussi (Università e Ricerca), il comunista Alessandro Bianchi. E da settimane vanno avanti le grandi manovre, ovviamente tutte dietro le quinte.
Nei giorni scorsi, ad esempio, i livelli locali di Italia dei Valori hanno fatto pressioni sul loro leader, Di Pietro. «Stiamo cercando di fargli fare un passo indietro», ha spiegato il segretario provinciale, Nicola Funari. «Tutto il partito ai vari livelli - ha poi riassunto un comunicato - sta lavorando per arrivare a una soluzione globale che tenga conto di tutti gli aspetti tecnici, idrogeologici, ecoambientali».
Cacciari ha accettato lo spostamento a Roma della sede. «Tanto sarà un seduta interlocutoria, quella vera, con le decisioni finali, si terrà a settembre, a Venezia», ha spiegato. A Roma, molto probabilmente, si deciderà la costituzione di un gruppo tecnico di lavoro che prepari adeguatamente il Comitatone di settembre, con analisi, valutazioni, scenari. «Ovviamente - ha sostenuto Cacciari - nel frattempo il Governo dovrebbe imporre al Consorzio Venezia Nuova di fare solo quei lavori che siano compatibili con le sperimentazioni richieste dal Comune».
Silvio Testa
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