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Autore: ENZO PEDROCCO

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Chi siamo


PArticipatory Networks and Databases fOr environmental Research and Assessment

    La complessità dei problemi ambientali impone un'analisi multiscalare, multiattoriale che tenga in debito conto le percezioni soggettive e i sistemi di valori del singolo e del gruppo. Come dare "voce" a queste istanze, quali strumenti utilizzare per la partecipazione di un numero sempre maggiore di cittadini?
    La scommessa di puntare sulle Nuove Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione come "Scaffolding" per i processi partecipatori, nasce dalla considerazione che la dimensione reticolare che caratterizza il Web, è la situazione ideale per creare una comunità attiva che acquista e scambia competenze per un novo "patto di appartenenza" al territorio.
    La commistione tra territorio virtuale e territorio reale è il punto di forza di questa sfida: costruire percorsi di conoscenza nel virtuale per proiettarli nel reale permette di innescare percorsi creativi espressione dei costumi, dei valori e delle tradizioni in un' ottica di sostenibilità locale.

La metodologia di lavoro
Il portolano (zip file, 561 Kb)





Il gruppo di ricerca

Lorena Rocca (Coordinatore)
Livio Chiarullo
Martina Gambaro


Hanno inoltre collaborato:
Sebastiano Vascon (webmaster), Daniele Colombi, Valeri Cogan, Lucia Zaltron, Alessandro Bajardi (webmaster), Caterina Cruciani, Sara Reffo, Marco Scurati

Sviluppo tecnico
La versione attuale del portale di Pandora è stata realizzata da Sebastiano Vascon (webmaster - e-makina)

Per informazioni
Fondazione Eni Enrico Mattei
5252 Castello
Venezia, Italia
Tel. +39 041 27 11 409 (Livio Chiarullo)
+39 041 27 11 457 (Martina Gambaro)
Fax. +39 041 271 1461
e-mail: monica.eberle@feem.it

>La Fondazione Eni Enrico Mattei


La Fondazione Eni Enrico Mattei è un'istituzione non-profit, non-partisan, riconosciuta dal Presidente della Repubblica nel luglio 1989 che svolge attività di ricerca nell'ambito dell'economia, energia e ambiente.
È' l'istituzione leader in Europa nella ricerca sullo sviluppo sostenibile; ha una posizione di notevole rilievo nella ricerca sulle privatizzazioni, sulla regolamentazione dei servizi pubblici e sui trasferimenti di conoscenza e tecnologia.
Dal 1989 ad oggi, i contratti di ricerca con ricercatori e istituzioni sono stati oltre 500; il 70% di questi ha riguardato persone o centri di ricerca al di fuori del nostro Paese e ha consentito di sviluppare una rete estesa di collaborazione scientifica. Le collaborazioni più importanti e sistematiche con le istituzioni riguardano: le Nazioni Unite (Unep e Undp), l'Ocse e la Commissione Europea sui temi dello sviluppo sostenibile; la Presidenza del Consiglio e i ministeri italiani del Tesoro, delle Finanze, e del Commercio Estero sui temi economici; alcuni governi di paesi emergenti in tema di privatizzazione. FEEM è inoltre un interlocutore privilegiato di istituzioni internazionali di alto livello in campo ambientale: dall'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), al G8, al Ministero dell'Ambiente, oltre a contare le numerose collaborazioni con le autorità locali italiane per lo sviluppo dei processi di Agenda 21 Locale.
Presso la sede di Venezia, operativa dal 1996 e situata all'interno del Palazzo Querini Stampalia, operano oltre
20 persone.
Nel 1998 la Fondazione ha organizzato nella città lagunare il primo Convegno Mondiale di Economia dell'Ambiente. Alla FEEM è stata inoltre affidata l'organizzazione delle edizioni congiunte del congresso annuale della Associazione degli Economisti Europei e del congresso annuale della Società di Econometria che si sono tenuti a Venezia nell'agosto 2002, rispettivamente, che ha contato la presenza di oltre 2.300 tra ricercatori, studiosi ed economisti provenienti da diversi paesi.
Dal 1999 Venezia è inoltre uno dei poli della Culture Factory, un progetto i cui obiettivi sono la diffusione dell'alfabetizzazione informatica, la valorizzazione dei giovani e la creazione di un rapporto più stretto e continuativo tra impresa, territorio, amministrazioni e comunità locali. Tale progetto ha riscosso il consenso italiano ed europeo quale esempio di migliore organizzazione e produttività delle risorse disponibili.