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  5. Qualità della Vita

News della sezione Qualità della Vita

23/01/2005 - Panni al vento tra le calli

Tratto da "Il Gazzettino" del 24 gennaio 2004 - pag I

Conto alla rovescia per la storica delibera che consentirà di stendere i panni ad usciugare e ai bambini di giocare a pallone o andare in bicicletta nei campi di Venezia e impedirà ai turisti di bivaccare nell'area marciana e di abbandonare rifiuti sul suolo pubblico.
Oggi, ormai ottenuto il parere della commissione consiliare, la delibera che modifica il regolamento comunale in tema panni stesi, bivacchi e di giochi nei campi e nei campielli andrà in votazione in consiglio comunale e già si annuncia la battaglia: il consigliere Danilo Rosan ha pronto un emendamento che - promette - darà veramente la possibilità ai bambini più piccoli di giocare sotto casa e eviterà la concentrazione dei giochi, che porterebbe inesorabilmente ad un aumento della pericolosità.
Sì perchè la modifica del regolamento che sta a cuore al vicesindaco Michele Mognato, prevede la possibilità di giocare a palla e di andare in bicicletta solo nelle zone del territorio comunale individuate dai Quartieri e dalle Municipalità, limitando il gioco col pallone ai ragazzi di età inferiore ai dodici anni e la bicicletta sotto gli otto anni. E ovviamente unicamente in una determinata fascia oraria. «In questo modo non si permetterà di giocare ai bambini di 3-4 anni - afferma Rosan -. Ai Quartieri e alle Municipalità è demandata l'individuazione dei campi dove è consentito il gioco: il rischio è quello di vedere concentrati i giochi in alcuni campi principali, mentre sarà vietato giocare nel campiello sotto casa. A meno che i Quartieri non si armino di pazienza certosina e stillino un elenco di 3.000 campi e campielli. È invece molto più facile individuare delle zone vietate ai giochi. Inoltre l'età proposta nella delibera è troppo alta per il tipo di giochi per la sicurezza degli anziani. Oltre l'età proposta nell'emendamento si può andare in luoghi più idonei, come i parchi, i campetti sportivi, i patronati».
L'emendamento proposto dal consigliere Rosan prevede che i giochi con palla, individuali o di gruppo, siano consentiti in tutti i campi e/o campielli del centro storico e nelle zone del territorio comunale di terraferma, e lascia a Quartiere e Municipalità l'individuazione delle zone dove i giochi non sono consentiti. Quantiere e Muncipalità sono anche chiamati a limitare la circolazione dei velocipedi nei campi e campielli con apposita ordinanza. Zone proibite in ogni caso, perchè di particolare pregio o troppo di passaggio, sono l'area Marciana, l'area del Mercato di Rialto, campo Ss. Apostoli, campo S. Bartolomio, campo S. Salvador, campo S. Rocco, campo dell'Accademia, campo Manin, campo S. Angelo, campo S. Fantin, campo S. Luca e campo S. Moisè. Viene inoltre abbassata l'età dei bambini: 8 anni per il gioco del calcio e 6 per la bicicletta, anche se viene elevata a 10 per l'uso dei velocipedi nei parchi pubblici e per le zone della terraferma.
«Solo in questo modo si potrà ridare l'uso della città ai bambini nella sua globalità - conclude il consigliere Rosan -, assicurando tranquillità agli anziani che prendono il sole sulle panchine e ai bimbi più piccini che iniziano timidamente a giocare sotto gli occhi delle mamme».

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23/01/2005 - Bilancio 2004 commissariato di San Marco

Tratto da "Il gazzettino" del 23 gennaio 2005 - pag. V

Venticinque arresti in un anno. È questo il bilancio dell'attività svolta nel 2004 dagli agenti del Commissariato di San Marco, coordinati dal dottor Mario Argenio. Anche se il numero è leggermente minore rispetto all'anno scorso va comunque detto che l'attività investigativa è stata molto più articolata e che i casi risolti sono stati davvero significativi. I poliziotti di San Marco hanno definitivamente fatto luce su alcune rapine (ad esempio quella avvenuta in campo Santa Maria Formosa) per non contare poi le aggressioni ai turisti avvenute in altre zone della città. Tutti casi velocemente risolti grazie all'abilità dimostrata dagli inquirenti che hanno così individuato i responsabili. Oltre a questo c'è da segnalare un fortissimo impegno sul fronte dell'ordine pubblico, basti pensare che nel 2004 sono stati realizzati 350 servizi, praticamente uno al giorno e con appuntamenti di rilievo internazionale (dall'assemblea della Nato alla Mostra del cinema). In tutto sono poi state denunciate 220 persone mentre ben 306 sono state le contravvenzioni al codice della strada effettuate al Lido. Si tratta anche di diversi interventi concentrati prevalentemente nei fine settimana estivi, con multe per eccesso di velocità, guida in stato di ebbrezza oppure per non aver indossato le cinture di sicurezza.
Note dolenti arrivano invece sul fronte dei reati messi a segno contro i turisti in vacanza, visto che restano numerose le denunce di borseggi (316) e di furti ai danni degli stranieri. Oltre ai furti negli appartamenti (34 in albergo, 21 nelle abitazioni) e in spiaggia (51) c'è da rimarcare anche il fatto che stanno crescendo i casi di indebito utilizzo di carte di credito (41 l'anno scorso).
Non sono mancati i casi in cui i locali sono stati chiusi. Per una serie di inadempienze di natura amministrativa, l'anno scorso sono stati chiusi tre locali, due dei quali gestiti da cinesi.
A tal proposito da ricordato che venerdì sera, su precisa disposizione del nuovo questore di Venezia, Pierfrancesco Galante, gli agenti del Commissariato di San Marco hanno effettuato quattro ispezioni in altrettanti locali pubblici (due bar e due sale giochi). Quindici le persone identificate. Una sanzione è stata inflitta per la mancanza di tabelle per i giochi proibiti, mentre un'altra è scattata perchè in un bar è stata trovata gente che fumava in violazione del recente divieto di fumo nei locali pubblici.
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22/01/2005 - Via libera definitivo per l'"ovovia", l'ascensore orizzontale per disabili

Tratto da "Il Gazzettino" del 22 gennaio 2005 - pag. IV

Via libera definitivo per la cosiddetta «ovovia», il dispositivo per rendere agibile anche ai disabili il nuovo ponte sul Canal grande progettato da Santiago Calatrava per collegare la stazione e piazzale Roma.
Ieri è stato infatti approvato dalla giunta comunale di Venezia il progetto definitivo di questa sorta di ascensore orizzontale, concepito appunto come la cabina di un'ovovia e destinato a chi ha difficoltà motorie.
Ma se la campata unica del nuovo ponte in acciaio, vetro e pietra d'Istria dovrebbe essere collocato in sede intorno al 20 febbraio, dopo essere stato trasportato nottetempo su una chiatta lungo il Canal grande, per l'installazione dell'ovovia ci vorranno alcuni mesi, e le due strutture dovrebbero essere inaugurate insieme.
La soluzione infine trovata per l'accessibilità del ponte, questione che aveva dato luogo a molte polemiche, è stata definita «tecnologicamente molto interessante» dall'assessore ai Lavori pubblici Marco Corsini, tanto che potrà essere utilizzata come un prototipo anche per altre situazioni.
Il progetto - redatto dalla società Iconia Ingegneria civile Srl e firmato da Renato Vitaliani - prevede un sistema di trasporto con un dispositivo trainante a cremagliera su guide dentate in acciaio inox; una cabina di forma ellissoide di dimensioni 2,5 per 2,5 per 1,8 metri, capace di ospitare due persone; due vani interrati in calcestruzzo ai piedi del ponte per il collocamento della cabina; due piloni in acciaio ai piedi del ponte per l'attracco e il sollevamento della cabina. La durata dell'attraversamento della luce del ponte è prevista in cinque minuti. Il costo complessivo previsto è di un milione 44 mila 400,42 euro, finanziato con fondi della legge speciale per Venezia.
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18/01/2005 - Conduttura sublagunare: discordanze sui tempi di realizzazione

Tratto da "Il Gazzettino" del 18 Gennaio 2005 - pag. VII

CHIOGGIA - Il megatubo che collegherà gli acquedotti di Venezia e Chioggia. Si tratta di un'impresa colossale. Sul punto nessuno obietta. Di recente invece si sono accese le polemiche sui tempi di attuazione di quest'opera. Col presidente dell'Asp di Chioggia, Salvagno, che ha rivendicato tra i meriti della propria azienda l'aver completato da tempo le vasche di accumulo mentre mancherebbero da posare ancora cinque chilometri della condotta. "La Regione - sostiene Tesserin - sul punto non c'entra. La Regione ha solo finanziato l'opera affidando ai due Comuni, di Venezia e Chioggia, che poi si sono avvalsi della proprie aziende di servizi pubblici, la fase operativa. Che ora ci vengano a dire che manca questo, che non c'è il sistema per il telecontrollo sorprende assai. In pratica ci viene riferito che non hanno ancora fatto i lavori che si sono impegnati ad eseguire". Per la Cdl l'Asp di Chioggia rappresenta comunque qualcosa di singolare: un'azienda emanazione del Comune, ora spa, nel cui Consiglio d'Amministrazione la minoranza consiliare non ha alcun rappresentante "con l'impossibilità - afferma Tesserin - di qualsiasi forma di controllo. Eppure di cose da chiarire non ne mancano. Intanto il fatto che l'utenza di Chioggia paga di Tia le aliquote più alte del Veneto e questo nonostante gli accertamenti eseguiti abbiano comportato entrate maggiori per il Comune finché s'è trattato di Tarsu ed ora anche per l'Asp. Perché a fronte di maggiori entrate non si parla di abbassare le aliquote come era stato promesso?"

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18/01/2005 - I sottoservizi di Venezia

Tratto da "Il Gazzettino" del 18 gennaio 2005 - pag III

In questi ultimi mesi si sono verificati in centro storico più episodi che hanno avuto a che fare con i sottoservizi: tubazioni del gas e dell'acqua, vampate di fuoco ed altrettanto improvvisi allagamenti. Se ne chiacchiera al bar "Pier Dikens Inn" di campo Santa Margherita. «Mi sembra che la situazione dei sottoservizi a Venezia - commenta Giampaolo Tacchia - sia nella media, anzi piuttosto buona se messa a confronto con altre realtà italiane. Credo che gli avvenimenti dell'incendio vicino alle "Do Spade", o gli allagamenti al ponte del Soccorso e in campo San Lio siano coincidenze e fatalità e non vadano a rappresentare lo stato generale dei nostri sottoservizi. Certo, una continua manutenzione ed il controllo ci farebbero stare tutti più tranquilli. Forse può capitare che, se arriva poca acqua ai piani superiori, Vesta decida di aumentare la pressione, magari causando danni là dove le condutture sono più deboli».«Non sono specializzato in condutture - aggiunge - ma, ripeto, la mia impressione, anche sentendo i discorsi in giro, non è negativa. Anzi, dovrei fare un plauso ai tecnici, perchè ho osservato che gli interventi per le riparazioni avvengono in tempi molto rapidi. L'unico disappunto riguarda i tanti lavori di rifacimento e di restauro in città: spesso per sostituire o mettere a norma un servizio, ne rompono un altro. Mi chiedo se esista una planimetria completa di tutti i sottoservizi del centro storico e se venga distribuita a chiunque metta su un cantiere».
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