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Autore: ENZO PEDROCCO

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Tradizioni

Fin dai tempi della Serenissima, Venezia è stata un crocevia tra oriente ed occidente, una città costiera dalle molteplici peculiarità. Gli scambi ed i rapporti che ha instaurato con i popoli con cui è entrata in contatto, infatti, hanno reso la cultura e le tradizioni veneziane uniche e originali, frutto della fusione e commistione tra caratteri propri di altre popolazioni e specificità locali.
La cantieristica navale, l'arte del vetro soffiato, il lavoro all'uncinetto, la variegata cucina tipica, sono solo alcuni esempi delle “arti” veneziane provenienti dal passato.
Tuttavia, come in ogni società umana, il progresso tecnologico ha alterato il modo in cui gli esseri viventi interagiscono con il territorio circostante. Il cambiamento degli stili di vita si è accelerato nel tempo e lo sviluppo economico ha spinto verso modi di agire non sempre compatibili con l'ambiente naturale.
Uno dei risultati di questo processo è stato la scomparsa di tradizioni e valori culturali propri, un tempo base e fondamento dell'agire umano in società.
A Venezia questo fenomeno è stato accentuato, soprattutto in questo ultimo decennio, dall'esodo massiccio verso la terraferma e dall'elevato tasso di mortalità, cause principali della “denaturalizzazione” della compagine sociale del centro storico e della perdita di quelle tradizionali caratteristiche socio-economiche che definivano l'antica città lagunare.
Una dimostrazione di tali cambiamenti ci è data dal settore dei trasporti. Prima che gli austriaci costruissero il Ponte della Libertà (1846), l'unico mezzo per raggiungere la terraferma era la barca a remi. Questa necessità ha fatto sviluppare nel corso dei secoli tecniche specifiche e originali sia di voga, sia di cantieristica navale minore legata soprattutto a imbarcazioni tipiche veneziane come la gondola, il topo, il sandolo, la caorlina.
La gondola, ad esempio, per le sue caratteristiche di manovrabilità e velocità, è stata fino all'avvento dei mezzi motorizzati, l'imbarcazione più adatta al trasporto di persone in laguna.
Oggi la necessità di spostarsi da un posto all'altro rapidamente e con il minor sforzo possibile, ha ridotto sensibilmente sia il numero delle imbarcazioni a remi sia i giovani che praticano la voga alla veneta, con gravi impatti su tutto il delicato ecosistema lagunare.
Gli squeri sopravvissuti all'impatto tecnologico che continuano a produrre questa tradizionale imbarcazione lagunare sono pochi e tendono sempre più a diminuire e le gondole, un tempo mezzo di trasporto indispensabile per la vita in città, sono ormai quasi esclusivamente riservate ai turisti desiderosi di vivere la romantica esperienza della “passeggiata” tra i rii ed i canali di Venezia.
Tutto ciò oltre a causare la perdita di una ricchezza ereditata dal passato (per costruire una gondola occorrono capacità e conoscenze che è possibile acquisire solo con un trapasso di nozioni e di esperienze tramandate di padre in figlio) ha anche provocato una serie di problemi al delicato ecosistema lagunare primo tra tutti l'accentuarsi del moto ondoso.
Anche la produzione del vetro artistico a Murano ha origini antiche ma questa, a differenza della cantieristica minore, continua ad essere, grazie anche al sostegno dell'economia turistica, importante fonte di reddito e di occupazione per le popolazioni locali e, allo stesso tempo, memoria storica della fisionomia culturale della comunità.
Altre forme di artigianato tradizionale diffuso un tempo nella città (ma ora quasi del tutto scomparso) sono la lavorazione della porcellana e dell'oro (le cui testimonianze sono riscontrabili ammirando il tesoro di S. Marco di altre chiese cittadine), l'artigianato ligneo, ed infine l'arte libraria diffusa soprattutto a partire dal 500 che trasformò Venezia, grazie a celebri litografie, edizioni di particolare eleganza, rilegature uniche, in indiscussa capitale dell'editoria mondiale.
Per ciò che concerne i tradizionali piatti veneziani questi si basano, ovviamente, sui prodotti marinari e lagunari spesso accompagnati dai sapori dei “poveri” prodotti tipici del nord est. Particolarmente diffusi sono i risotti di pesce (con le diverse varianti legate all'utilizzo di mitili piuttosto che frutti di mare o anguilla), il “baccalà mantecato” (merluzzo impastato con latte e farina sino a farlo diventare quasi una crema), il pesce arrostito o fritto accompagnato da polenta, le minestre a base di ortaggi e prodotti coltivati un tempo nelle campagne insulari (“risi e bisi”, “pasta e fasuoi”, “risi e zuca”).
Riscoperta e valorizzazione delle tradizioni sono da molti considerate come azioni indispensabili per conseguire lo sviluppo sostenibile di ogni comunità locale. Riappropriarsi di tali ricchezze del passato, infatti, non significa ritornare nostalgicamente ad epoche lontane, quanto piuttosto recuperare stili di vita, esperienze ed insegnamenti che provengono dal passato e che potrebbero essere utili per affrontare ed eventualmente attenuare emergenze attuali: a Venezia come anche in altri contesti locali.