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Autore: ENZO PEDROCCO

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  5. Inquinamento

News della sezione Inquinamento

27/01/2005 - Presentati sei nuovi furgoni a basso impatto ambientale

Tratto da "Il Gazzettino" del 27 gennaio 2005 - pag. IX

Sono stati presentati ieri nella sede di Vesta sei nuovi mezzi furgoni Daily Iveco non pesanti, che opereranno nel centro città e data la loro caratteristica di funzionare a metano saranno a bassissimo impatto ambientale. L'operazione rinnovo entro fine 2005 dovrebbe interessare anche parte dei veicoli pesanti. Parallelamente Vesta sta studiando altri tipi di vettori a basso impatto e quindi tra breve potrebbero entrare a far parte della scuderia circolante anche mezzi a biodiesel o a Gecal. Per ora solo quattro sarano attivi: si tratta di due furgoni di supporto allo spazzamento, uno di raccolta della frazione organica e uno per la raccolta dei Rup, ovvero i rifiuti urbani pericolosi come batterie e farmaci scaduti. Gli altri due mezzi, un furgone per la raccolta dei materiali ingombranti e uno per i servizi di verde pubblico sono ancora in fase di allestimento. Il costo totale dell'operazione s'aggira sui 150 mila euro ed è stato in parte finanziato con i fondi del "Progetto Metano", il progetto nazionale che prevede aiuti per la riconversione dei mezzi vecchi con altri nuovi e a basso impatto. "Rispetto un normale motore diesel questi nuovi furgoni abbattono le emissioni di quasi il 90\% - spiegano i responsabili Angelo Pettenò e Mirko Mazzon - L'autonomia di ogni mezzo è di circa 200 chilometri".
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27/01/2005 - Procura di Venezia e rottami ferrosi

Tratto da "Il Gazzettino" del 27 gennaio 2005 - pag. IX

La Procura di Venezia non si smuove: i rottami ferrosi sono giuridicamente rifiuti e come tali devono essere trattati. Non importa se questi hanno un valore economico rilevante e sono acquistati alla stregua di una materia prima. Punto e basta.
Il sequestro avvenuto l'altroieri al porto, 6.150 tonnellate di rottami scaricati da una nave russa, è stato eseguito d'iniziativa della Capitaneria di porto e aveva carattere preventivo. Ieri, il sostituto procuratore Stefano Buccini ha convalidato il provvedimento d'urgenza della Capitaneria e, con tutta probabilità, chiederà al giudice per le indagini preliminari l'emissione di una misura definitiva. Questo comportamento non deve sorprendere, in quanto ribadisce quello che il Procuratore capo aveva già detto qualche mese fa: niente rottami ferrosi a Venezia, pena il sequestro del carico. Secondo i magistrati veneziani, la norma che in questo campo è prevalente è la direttiva dell'Unione europea in materia di rifiuti, fonte sovraordinata rispetto alla legge nazionale. Anche la direttiva non era chiara, pertanto si è dovuta attendere una recente sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea per avere un'interpretazione autentica. «Secondo quest'organo - ha spiegato il dottor Buccini - è rifiuto anche il sottoprodotto di una lavorazione industriale nel momento in cui esso non è immediatamente impiegato nel medesimo ciclo produttivo». In altre parole, lo scarto di lavorazione siderurgica, se viene fuso nuovamente nello stesso stabilimento è considerato un semilavorato, ma se è venduto ad altre imprese diventa rifiuto con tutte le conseguenze che ne derivano. Per la Procura, insomma, poco importa che la legge 308 del 2004 consenta il trasporto di questo tipo di materiali purché nel rispetto di certi requisiti. Per la Procura, la legge italiana non è conforme al diritto europeo e, secondo un orientamento generale, in caso di contrasto tra le due normative si applica sempre quella comunitaria. E cosa deve fare chi opera da anni in questo settore? Se non interverranno novità dal punto di vista legislativo, molto probabilmente dovranno attrezzarsi per il trattamento dei rifiuti, gestendo i semilavorato con le stesse procedure previste per i rifiuti, con i costi aggiuntivi che ne conseguono. Oppure, e pare sia la scelta compiuta dalla maggioranza degli operatori, servirsi di porti esterni alla competenza territoriale veneziana.
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21/01/2005 - Per l'Ulss più veleni da Marghera che dalle auto: da settembre è polemica

Tratto da "Il Gazzettino" del 21 gennaio 2005 - pag. II

Chi vince la gara all'inquinamento? Chi rende più velenosa l'aria che ogni giorno respiriamo a Mestre? Il traffico da auto (a proposito: ieri 77 multe per chi circolava senza targa pari, oggi corrono le dispari), con la Tangenziale in testa? O sono forse i camini delle industrie di Marghera a contribuire di più alla cappa di smog che ormai ristagna senza soluzione di continuità sulla città? Polemica vecchia, ancora in cerca di risposte certe e univoche. Polemica che però torna prepotentemente alla ribalta in questi giorni, da quando cioè il pm Giorgio Gava si sta interessando a cosa abbiano fatto Regione, Provincia e Comune nel tutelare i propri cittadini e combattere le famigerate polveri sottili. Partendo dai dati raccolti dalle centraline di rilevamento disseminate in città, che ritraggono impietosamente i due volti dello smog. I numeri dicono che tangenziale e traffico urbano riversano nel nostro cielo ogni anno 1,27 tonnellate al giorno di polveri sottili (di cui 0.71 di Pm10), mentre da Marghera se si disperdono nell'aria quasi il quadruplo, 4,8 tonnellate (di cui 3,84 di Pm10). I dati vennero portati alla luce a fine settembre da Antonio Padoan, direttore generale dell'Asl 12, per denunciare la gravità dell'inquinamento cittadino e i rischi per la salute: «Abbiamo messo a confronto i dati Arpav, della Provincia e nostri - disse in sostanza Padoan - ne emerge che l'inquinamento industriale incide per il 79%, quello da traffico per il 21%. E le limitazioni alla circolazione incidono poco, appena il 4% in caso di blocco per 12 ore». Le cifre (giuste) fornite dal direttore dell'azienda sanitaria scatenarono però le reazioni contrariate di Arpav, Comune, Provincia e, naturalmente degli Industriali. Che in blocco ne contestarono l'interpretazione, visto che non si teneva conto del fattore vento, che molto più spesso spinge le polveri verso Mira, piuttosto che verso Mestre. Dunque non bastava una semplice somma algebrica. Non tutto quello che esce, ricade a terra, dove ci sono i rilevamenti delle centraline: un camino come quello dell'Enel può spingere le sue emissioni anche fino a 100 km di distanza, spiegò l'Arpav, che sta completando un suo studio proprio sulla ricaduta inquinante in base ai venti. Inoltre bisogna tenere conto anche di quanto producono navi, aerei e treni. «Le nostre aziende - replicò Gianluca De Palma, direttore dell'Ente Zona Industriale di Porto Marghera - dal '98 al '01 hanno ridotto le proprie emissioni di oltre il 38%, con punte del 66% per il monossido di carbonio. Per le Pts (polveri totali sospese) il contributo delle aziende sul totale delle polveri presenti nell'aria è del 3,37%».

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17/01/2005 - Lotta allo Smog

Tratto da "Il Gazzettino" del 17 Gennaio 2005

Oggi può essere una giornata decisiva per la lotta all'inquinamento atmosferico causato dal traffico. La Provincia ha infatti convocato il Tavolo tecnico zonale, attorno al quale sono stati invitati tutti i 44 comuni veneziani, oltre ai responsabili e tecnici regionali dell'Arpav. Si discuterà di come affrontare globalmente il problema smog, dopo che nei primi 16 giorni del 2005 i livelli del Pm10 sono stati continuamente superati, rendendo pessima la qualità dell'aria. La Provincia in particolare solleciterà i Comuni a predisporre entro fine marzo i piani antinquinamento, ma nell'immediato proporrà soluzioni d'urgenza: targhe alterne subito negli 8 Comuni di fascia A (Venezia, Spinea, Mirano, Mira, San Donà, Portogruaro, Jesolo e Chioggia), bollino blu e altri interventi sulla viabilità. Possibilii targhe alterne sul Terraglio e lungo tutta via Miranese da Mestre fino a Mirano.
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15/01/2005 - Il "bisognino" di Fido insudicia calli e campi

Tratto da il Gazzettino del 15 Gennaio 2005 - pag. IV

Su una cosa sono tutti d'accordo: è una questione di buona educazione e civiltà. Proprio per questo la soluzione del problema è estremamente difficile. Può sembrare quasi una banalità, ma per chi ogni giorno è costretto a stare attento a dove mette i piedi e deve fare le gimkane tra gli escrementi dei cani per non rovinarsi le scarpe (nella migliore delle ipotesi) ma anche per evitare di prendere una brutta caduta (come è avvenuto esattamente un anno fa ad una signora venezia na di 69 anni che ci ha rimesso femore e polso), non c'è proprio nulla da ridere. La battaglia contro i "ricordini" lasciati impunemente dai cani (o, meglio, dai loro padroni), nelle calli e nei campi della città lagunare,è un problema serio. Nell'ultimo periodo, poi, la situazione è peggiorata. Lo testioniano le numerose segnalazioni che giungono in redazione. Telefonate di cittadini esasperati che denunciano il degrado in molte zone, da Campo della Maddalena a Sant'Aponal, da San Marco al Rialto fino a a San Bartolomeo. Qualche volta sono i negozianti che, esausti, si occupano personalmente della pulizia. A Venezia c'è un cane ogni 8 abitanti. Facendo due calcoli sono circa 7500. Qualche tempo fa fu proposta una tassa ai possessori di animali con cui finanziare il servizio di pulizia degli escrementi. Ipotesi immediatamente bocciata. Ma se non ci pensa il padrone a rimuovere il "bisognino", chi deve farlo?
«I nostri operatori - fanno sapere dalla Vesta - non portano via gli escrementi né buttano la segatura. E' chiaro che in alcuni casi li raccolgono, ma soltanto se sono già secchi. A essere sporcate sono soprattutto le calli più isolate, più nascoste, dove le persone portano gli animali e poi spariscono».
E i vigili urbani? Forse non tutti sanno che esiste uno specifico Regolamento comunale che prevede una multa dai 70 euro in su per chi non si ferma a raccogliere gli escrementi.Il fatto è - spiegano dalla polizia municipale - che sorprendere in flagrante i padroni dei cani proprio nel momento in cui i loro amici a quattro zampe lordano le strade è quasi impossibile a meno che non ci sia una pattuglia sempre impegnata in questo particolare servizio. Una cosa piuttosto improbabile, considerando la mole di lavoro e il personale a disposizione. Nel 2004 la sezione di polizia urbana dei vigili ha elevato una decina di contravvenzioni, la stragrande maggioranza delle quali nel centro storico. Sono numerose le proteste dei residenti che arrivano in Comando.
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