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News della sezione Pesca

21/06/2007 - Mille barche in Canal Grande ...

Tratto da "Il Gazzettino" del 21/06/2007

Mille barche in Canal Grande per dire "no" al Parco nazionale della laguna, a quel progetto di legge presentato lo scorso 5 giugno dal deputato di Rifondazione, Paolo Cacciari, dai compagni di partito Gino Sperandio e Maurizio Acerbo, unitamente a Luana Zanella, Grazia Francescato e Camillo Piazza (Verdi), e a Marcello De Angelis per i Comunisti italiani. Un parco nazionale che dovrebbe istituire un'area protetta, per il quale il governo si sta già muovendo. Nei giorni scorsi, infatti, il ministero delle infrastrutture ha chiesto un parere alla Capitaneria di porto veneziana prima di proseguire nell'esame della proposta di legge Cacciari-Zanella. Un progetto, però, contro il quale si sono coalizzate alcune associazioni guidate dal consigliere provinciale Massimo Parravicini (An) e riunite nel comitato permanente "Sì laguna viva, No parco". Il comitato, presieduto da Renzo Bon, ha annunciato per sabato mattina un corteo di barche che partirà alle 9 da Piazzale Roma e raggiungerà Ca' Farsetti lungo il Canal Grande. Obiettivo, portare circa un migliaio di imbarcazioni per mostrare le forze in campo in una battaglia che oppone due ambientalismi diversi: uno con referenti politici a sinistra, l'altro a destra, anche nei due schieramenti vi sono componenti "civili" che rifiutano ogni etichetta partitica. L'ambientalismo di Cacciari e Zanella vede il parco nazionale come unico strumento per tutelare la laguna. Il comitato permanente presieduto da Roberto Molin - a cui aderisce anche il Coordinamento di 14 associazioni ambientaliste (tra cui Ecoclub, gli ornitologi di Spinea, Laguna veneziana, Ambiente & Vita) - ha un'altra concezione. «L'istituzione di un nuovo carrozzone amministrativo come il parco nazionale - dice Parravicini - è inutile. Ingessare la laguna, svuotarla delle sue attività e di chi ci lavora, ma anche di chi la frequenta solo per goderne le bellezze, vuol dire farla morire. Ci può essere difesa dell'ambiente anche favorendo l'utilizzo della laguna, gestendone le risorse». Alla manifestazione di sabato parteciperanno quindi associazioni diportiste, di pesca, di caccia, del tempo libero e rappresentanti delle categorie produttive. «C'è chi fa ambientalismo solo quando c'è da contrastare opere pubbliche dove girano soldi - dice Molin - ma la difesa di zone "povere" non interessa evidentemente a tutti. In laguna nord, ad esempio, c'è un'area dove stanno sparendo le rondini di mare, ma per questa non abbiamo visto muoversi i vari comitati che tutelano l'ecosistema solo combattendo il Mose. Non esiste un monopolio nella difesa dell'ambiente, ma c'è anche un modo costruttivo per tutelare la natura e una laguna che deve essere "viva" in tutti i suoi aspetti, nel rispetto del suo equilibrio. Un parco protetto segnerebbe la fine della laguna veneziana».
D.S.
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27/01/2005 - Pesca, nuove barche garanzia di sicurezza

Tratto da "Il Gazzettino" del 27 gennaio 2005 - pag. X

La bozza del bando per l'accesso a contributi comunitari che lo Sfop, Strumento finanziario di orientamento per la pesca, mette a disposizione, è senza dubbio un segnale positivo. La necessità di arrivare quanto prima al testo definitivo del bando vero e proprio consiglia, a parere di Ettore Ianì, presidente di Lega pesca, "alcune modifiche che riteniamo fondamentali per essere maggiormente in linea con le disposizioni comunitarie e per evitare inutili scivoloni". Per Lega pesca vanno incentivati i mestieri meno impattanti con l'ecosistema, va ringiovanito l'organico dei pescatori inserendo in un mondo fin qui esclusivamente maschile anche le donne.
Il testo della bozza, conviene Ianì, contiene già alcune novità importanti per i pescatori come la possibilità di includere tra le spese ammissibili anche la sostituzione del motore. La flotta italiana, forte di 16mila natanti, vanta il poco invidiabile record dell'età media dei pescherecci, che risulta di 26 anni. Una condizione che contraddistingue buna parte dei pescherecci di Chioggia e impone il rinnovamento del parco mezzi come passaggio ormai ineludibile anche per garantire condizioni di sicurezza in mare agli operatori. "A preoccupare Lega pesca - spiega Ianì - sono i potenziali rischi legati ai criteri di valutazione per le graduatorie: è necessario raccordarsi con i criteri comunitari che ispirano la misura degli ammodernamenti all'interno della politica strutturale e cioè un miglior equilibrio tra risorse e cattura, la riduzione della potenza dei motori, il miglioramento della sicurezza di bordo e la promozione del lavoro giovanile e della presenza femminile".
Per questo i criteri della graduatoria, secondo Lega pesca, debbono favorire la riconversione di alcuni sistemi di pesca quali lo strascico e le "draghe", che rappresentano all'incirca l'80 per cento della pesca di Chioggia, accordando un congruo punteggio ai progetti che prevedono il raggiungimento dei traguardi sopra indicati.
Infine Lega pesca raccomanda di applicare un filtro selettivo che individui, quanto a concessione dei contributi, i veri casi di danneggiamenti provocati da calamità naturale mettendo in atto "specifici meccanismi di tutela che possano escludere ogni forma di dolo. Altrimenti si rischierebbe di premiare chi ha causato un incidente, o, peggio, di incentivarne in vista di un punteggio maggiore nelle graduatorie".
News correlata a: [ I settori produttivi ] [ Pesca ]

 

14/01/2005 - Caparozzoli, stop alla pesca gestita

Tratto da "Il Gazzettino" del 14 gennaio 2005 - pag. XIII

Chioggia - Stop da domani alla pesca gestita dei caparozzoli in laguna di Venezia , autorizzata dalla Provincia lo scorso dicembre in deroga al provvedimento che ha bloccato questa attività ancora lo scorso mese di luglio. Le ragioni di quel provvedimento, scarsità di prodotto nelle aree in concessione, ci sono ancora tutte. Solo la possibilità di operare nell'area 5 potrebbe far riaprire questa attività. Per farlo bisognerà comunque attendere l'esito di controlli da parte della Regione, previsti per i primi giorni di febbraio. In precedenza era stata infatti rilevata presenza di salmonella successivamente non più riscontrata. Tanto che se anche a febbraio permarrà questa situazione e tenendo conto dell'estensione dell'area 5, quasi 500 ettari, la pesca gestita potrà riprendere.
In attesa, l'unica attività di pesca sarà quella effettuata manualmente con un massimo di 40 chili di prodotto raccolto al giorno.
L'altra scadenza, quella delle concessioni (anche per i vivai) risulterà capitale in ordine alle decisioni che la Provincia vorrà assumere e che dovrebbero essere rese note entro quest'oggi. Fin qui concessionario di tutte le aree da dedicare al vivaismo e alla pesca gestita è stato il Covealla. Ieri l'assessore provinciale alla Pesca, Luigi Solimini, ha riunito il tavolo tecnico, che ha analizzato il problema in tutti i possibili dettagli ed ha fornito all'assessore gli elementi per una decisione riguardo alle concessioni.
Il momento attuale non è certo dei più facili. "Il Covealla - afferma il direttore di questo Consorzio, Franco Pavanello - assume tutte le responsabilità che gli competono. L'elemento fondamentale, se si vuole che la crisi attuale consenta al settore di uscirne fuori più forte, è dato dalla convinta collaborazione di quanti hanno competenza in laguna". Ci sono programmi che vanno rivisti, procedure che vanno velocizzate ma, sottolinea Ravanello, "c'è anche del buono come le procedure per la raccolta del seme o anche la pesca gestita col controllo dei pontoni ed il visto per i pescatori, che va mantenuto". Insomma, a dispetto dei partigiani del "tanto peggio tanto meglio" progressi in laguna ne sono stati fatti: uno fra tutti: la decisione della grande maggioranza degli operatori di dedicarsi all'allevamento.
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