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Autore: ENZO PEDROCCO

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  5. Pesca

Pesca

mercato del pesce a rialto La piccola pesca ha rivestito per secoli un'importanza fondamentale per l'economia della laguna di Venezia.
I caratteri di individualismo e di miopia nello sfruttamento delle risorse alieutiche comunque presenti nei pescatori lagunari dei secoli scorsi si sono attenuati a causa della forte componente culturale necessaria per esercitare mestieri molto specifici come quelli delle reti fisse, delle nasse, dei molecanti, poco suscettibili di aumenti di resa per aumenti di tecnologia o potenza, come è successo invece in mare per la pesca a strascico o per quella con le draghe idrauliche.
Il pescatore sa che le risorse della laguna non sono inesauribili e che il rispetto delle norme, anche quelle non scritte, è l'unico modo per poter svolgere questo mestiere in armonia con l'ambiente lagunare e per garantirsi la lealtà degli altri pescatori.
La necessità di gestire il patrimonio alieutico in modo da garantire lo sfruttamento delle risorse al maggior numero di pescatori, ma senza per questo compromettere l'equilibrio delle varie specie, ha generato un sistema di regole e di costumi che nel tempo ha dato vita, da un lato, al successo nello sfruttamento delle risorse di proprietà comune che la laguna di Venezia possiede, e dall'altro, ha creato l'odierna figura del pescatore lagunare con i suoi caratteri di lealtà verso i colleghi e di rispetto e conoscenza della laguna. Oggi il pescatore lagunare è, innanzi tutto, un amante della laguna e poi un suo fruitore.
La pesca artigianale in laguna è un'attività impegnativa e faticosa che comporta grossi sacrifici e difficoltà, quali la scomodità degli orari di lavoro, la lontananza dalla famiglia, l'esposizione alle condizioni climatiche e atmosferiche. Inoltre, richiede una buona conoscenza delle specie, delle diverse tecniche di cattura e degli ambiti lagunari e un considerevole investimento iniziale. A fronte di queste difficoltà, presenta anche indubbi vantaggi, specialmente in termini di libertà, di indipendenza e di qualità dell'ambiente di lavoro.
Anche la condizione sociale del pescatore è cambiata rispetto a trent'anni fa, specialmente in alcuni centri pescherecci come Chioggia e Pellestrina, dove questo mestiere viene visto con rispetto vista la preminenza delle pesca sulle altre attività economiche. Infine, la piccola pesca garantisce anche dei redditi dignitosi a quanti la praticano.
Negli ultimi decenni accanto a quella artigianale si è sviluppata in laguna la pesca delle vongole filippine.
I pescatori di vongole in laguna sono circa 2000 (stima della provincia di Venezia, 1999) di cui almeno la metà è abusiva, e gli attrezzi meccanici che utilizzano ( draghe idrauliche, vibranti e rusche (giostre)) sono per la maggior parte vietati poichè danneggiano i fondali.(1)
Inoltre questa attività, caratterizzata da comportamenti sleali e da un elevato livello di illegalità, oltre a causare dei gravi danni all'ambiente lagunare, ha sottratto molti addetti alla piccola pesca e ha attirato molti giovani grazie ai facili e cospicui redditi. Infatti, la facilità con cui ci si può dedicare alla cattura delle vongole disincentiva i giovani ad intraprendere la pesca artigianale, per la quale è necessario apprendere tecniche specifiche, patrimonio dei pescatori della zona. La vongola filippina, che ha un rapido ciclo di vita ed è di facile cattura, offre maggiori possibilità di guadagni immediati, senza investire tempo nell'apprendimento di un'attività complessa come la pesca artigianale.
Dato l'elevato valore sociale della pesca artigianale appare necessario intervenire per garantire un futuro a questa attività. Le autorità locali e le cooperative di pescatori stanno cercando di raggiungere una soluzione al problema “vongola filippina”. Questo è un primo necessario passo per risolvere i conflitti tra le varie categorie di pescatori. Pescatori e autorità locali sembrano aver trovato una formula in grado di garantire la sostenibilità della pesca nel rispetto dell'ambiente lagunare e delle diverse tradizioni delle singole comunità pescherecce, presentata nel Piano per la gestione delle risorse alieutiche delle lagune della Provincia di Venezia del 1998. Tuttavia, sembra opportuno affiancare a questa regolamentazione un sostegno diretto alla pesca tradizionale e a quanti vogliano avvicinarsi, in maniera da diminuire l'onere dell'investimento iniziale per svolgere questa attività.
L'ipotesi della pesca-turismo potrebbe aiutare l'attività di pesca tradizionale; infatti, si potrebbe incentivare il turismo nelle valli da pesca della laguna di Venezia, che presentano un ambiente naturalistico molto affascinante, anche se poco noto. L'attività che viene svolta in una valle da pesca è ben diversa da quella svolta dal pescatore lagunare, ma è pur sempre un'attività che continua da diversi decenni seguendo, per molti aspetti, le pratiche in voga nei secoli passati.

Riferimenti Bibliografici
(1) Longo A., Rosato P., Aspetti economici ed istituzionali della gestione delle risorse comuni. Il caso della piccola pesca nella laguna di Venezia.