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Autore: ENZO PEDROCCO

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NL 05.2005 - La partecipazione

nl pandora
Siamo lieti di inviarti il quinto numero della Newsletter del Progetto Pandora, network nato per promuovere lo sviluppo sostenibile della città di Venezia (http://www.feempandora.it).
Ogni notizia è seguita da un collegamento nel quale potrete trovare approfonditi gli argomenti trattati.
Buona lettura!  



Numero 5.2005 - La partecipazione


Pandora e la Partecipazione
* Notizie dal “Concorso che puzza”
* Le ripercussioni dell'iniziativa di Claudio: il bidone autogestito
* La Consulta per l'Ambiente: la conclusione del dibatto sulla VPRG di Campalto


Informarsi in Pandora
* Sostenibilità: la gestione dei plateatici
* Il turismo a Venezia: prime indicazioni emerse dal sondaggio
* Ultime su Pandora: nuova versione grafica


Comunicare in Pandora
* Quattro chiacchiere con Cristiana parlando di... partecipazione a Venezia
* Proviamo a misurare la sostenibilità: l'impronta ecologica
* Dopo il sondaggio sui rifiuti una lettera per gli amministratori locali
* Nuovi sondaggi


In evidenza: partecipazione e sostenibilità
* Abbiamo letto per voi
* Abbiamo "navigato" per voi


La Newsletter


 


Pandora e la Partecipazione


Notizie dal “Concorso che puzza”


La scadenza per la presentazione delle opere partecipanti al “Concorso che puzza” è ormai alle porte.
E’ previsto infatti per il 1 novembre la data ultima per la consegna dei materiali.
Dal 3 al 14 novembre sarà possibile votare la foto migliore, che riceverà il premio di 200€ messi in palio da Claudio.

Si può votare secondo due modalità:
1) dal 3 novembre (ore 12.00) fino alla mezzanotte del 14 novembre via web su www.feempandora.it. Dalla home page del sito PANDORA sarà attivato un link per il voto delle foto: sarà sufficiente selezionare la foto che ritenete migliore con un click e premere il pulsate vota. Per evitare doppi voti sarà richiesto l’inserimento di nome e cognome e un recapito.
2) dal 3 novembre al 14 novembre di persona presso il Nono Risorto (sotopotego de Siora Bettina) in orario di apertura del ristorante (11.00-14.00 e 18.00-24.00). Dovete solo comunicare a Claudio il numero della foto, affissa sul tabellone del sosportego, che vi piace di più.
Al termine della votazione verranno sommati i voti ricevuti dalle singole foto nelle due modalità e verrà fatta una classifica che sarà resa pubblica in occasione della premiazione che avverrà alle ore 18.00 del 15 novembre presso la Pescheria di Rialto.
A seguire verrà presentata la performance di RifiutArti, un gruppo nato attorno all’idea di realizzare iniziative di sensibilizzazione sulla sostenibilità urbana attraverso performance artistiche sul territorio e videoarte. Non diciamo nulla per non rovinare la sorpresa, che vi assicuriamo sarà di grande effetto, ma diciamo solo agli “spargitori” di immondizie: «State attenti...!».
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Le ripercussioni dell'iniziativa di Claudio: il bidone autogestito



L’iniziativa di Claudio, presentata nella newsletter di luglio, ha portato sul territorio degli interessanti cambiamenti. Da circa un mese VESTA, la municipalizzata per la raccolta dei rifiuti a Venezia, ha appoggiato il progetto dei “bidoni autogestiti”: gli esercenti, a richiesta, possono avere in dotazione un bidone che collocano in strada al mattino e ritirano la sera. Giornalmente il “gestore del bidone” provvede a consegnare agli operatori di VESTA i rifiuti raccolti. Questa iniziativa è emersa dalla discussione avviata anche attraverso il posting di PANDORA sul tema dei rifiuti ( Vedi i commenti inseriti). In particolare l’idea, lanciata da Paolo Cuman, ha preso corpo grazie a Claudio e alla disponibilità di VESTA e ha creato sul territorio una rete di persone attive che vivono come proprio patrimonio la meravigliosa città in cui abitano.


Paolo Cuman - 23/07/2005 13.58.47
«... commercianti ed esercenti" possono non essere interessati esclusivamente a vendere Venezia, ma possono contribuire a mantenerne il decoro, quello vero di questa città. Bisogna fare un passo avanti, estendere l'esperienza, coinvolgere Comune e Vesta. Una proposta potrebbe essere quella che le istituzioni preposte invitassero tutti gli esercenti ad esporre un loro "bidoncino rifiuti turistici" fare in modo che questo e i relativi sacchetti siano forniti dalle istituzione, a gestirlo penseremo noi, qualcuno, anche il sottoscritto già lo fa, non si risolve tutto ma un gran parte dell'immondizia turistica sarebbe così intercettata e tolta dall'abbandono in angoli di campi e di campielli, dietro le grate delle finestre, sopra le vera da pozzo ecc. Proviamoci, vale la pena»

La rete del “bidone autogestito” ha coinvolto soprattutto i sestieri di S Polo e S. Croce e in particolare i titolari di: Tosca Blu, Gas, Ristorante Ai tosi, Roberto l'alimentarista del sotoportego del Capeler, Bar “Pane e vino”, Ferramenta in campo S. Cassian, Osteria “Il Vecio Fritolin”, Elettrodomestici Zaffalon, Negozio di maschere vicino al ponte del Tentor, Bar Girasoli, Trattoria La zucca, Bar Ma.gi.ca., Il Baffo, La Birraria, L’Artistica Ferro, il bar di fronte alla Domus, tipografia Ellemme, Easy Bar, il Cartolaio Mauro.


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La Consulta per l'Ambiente: conclusione del dibatto sulla VPRG di Campalto


Dopo circa due mesi di incontri e lavori, la Consulta per l’Ambiente del Comune di Venezia ha presentato all’Amministrazione Comunale le osservazioni circa la Variante al Piano Regolatore Generale per l'area significativa di Campalto (VPRG - Delibera del C.C. n. 61 del 14/02/2005).
Nel corso di alcuni incontri uno specifico gruppo di lavoro, costituito sia dai singoli cittadini, sia dai rappresentanti di Associazioni locali, ha analizzato il documento, valutato gli elementi critici e provato a definire possibili azioni migliorative.

Campalto è fra i territori “urbani” che si affacciano sulla laguna di Venezia quello che più di altri conserva importanti testimonianze storiche.
«Purtroppo la storia degli ultimi 50 anni ha stravolto questo territorio trasformandolo in pattumiera della città storica, ma soprattutto in discarica a servizio dell’industria chimica di Porto Marghera che ha lasciato in dote agli abitanti uno dei siti più pericolosi di tutto l’alto Adriatico quanto a emissioni di radioattività. A questo, per anni, si è aggiunto un intenso bombardamento elettromagnetico causato dalle antenne trasmettenti i programmi radio della RAI» (Relazione introduttiva alle Osservazioni sulla VPRG per l’Area di Campalto).
La delicata situazione di questa zona è stata confermata dalle scelte strategiche adottate della Regione Veneto che ha predisposto ed approvato un piano territoriale particolarmente attento alle peculiarità del paesaggio lagunare e perilagunare: il Piano d’Area della Laguna e Area Veneziana (PALAV).
Tale sensibilità, tuttavia, non si rispecchia nella VPRG che, come osserva il gruppo di lavoro della Consulta, «evidenzia come prioritario sembra essere la necessità di reperire aree edificabili per corrispondere una “presunta” voglia generalizzata di cittadini campaltini a farsi una seconda casa, nonostante che il trend della domanda di nuova residenza a livello comunale non sia così vistoso. Tutto questo in controtendenza alla stessa finalità della variante che era stata giustificata e invocata come necessaria per introdurre nuovi servizi e spazi pubblici a fronte di un incremento della pressione urbanistica tale da dover ripensare l’intera area». Secondo la Consulta l’attuale progetto prospetta un aumento nel dimensionamento e nel carico urbanistico (quindi anche in termini di impatti ambientali) senza in realtà alcun miglioramento degli attuali servizi e spazi pubblici.
Un’opera, quindi, che occupandosi sostanzialmente di nuova edilizia (anche in aree di particolare interesse ambientale) non considera appieno le opportunità/necessità di una progettazione in sintonia con l’ambiente che promuova, allo stesso tempo, un miglioramento della qualità della vita dei cittadini.
Il documento della Consulta si conclude con alcune osservazioni generali che sottolineano come «l’insieme delle previsioni, indicate sia dal piano precedente sia previste dall’attuale, sembrano essere manchevoli di una strategia complessiva e adeguata rispondente alla intensa e rinnovata domanda ambientale per cui risulta opportuno e auspicabile un ripensamento generale riguardo allo sviluppo futuro del territorio».
Scarica la relazione e le osservazioni presentate al Comune [121 Kb pdf]
Vai alla sezione della Consulta per l’Ambiente.


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Informarsi in Pandora


Sostenibilità: la gestione dei plateatici


Nel precedente numero della NL di Pandora abbiamo lanciato un sondaggio sul tema dei plateatici, ovvero quegli spazi pubblici occupati da tavolini, sedie, menù luminosi di bar e ristoranti.
Anche se attivo da poco più di un mese è possibile cogliere dalle risposte una prima indicazione generale. Più del 60% dei votanti esprime, infatti, perplessità sulla loro presenza e sulla loro gestione. Il 32% dei votanti, infatti, dice che non li vorrebbe affatto perché deturpano campi e calli della città storica, mentre il 42% si dichiara sostanzialmente favorevole alla loro presenza pur evidenziando la necessità di una migliore distribuzione dello spazio da occupare e di maggiori controlli da parte della Polizia Municipale e dell’Amministrazione.


















Sei d'accordo sui plateatici sparsi per calli e campi di Venezia?

- No, sono contrario e non li vorrei affatto. Il turista non deve essere braccato dai vari “tiradentro” sparsi per al città 33% 33 per cento
- Si, sono utili all’economia della città ma solo se non ostacolano la viabilità11% 11 per cento
- Si, ma occorre una migliore distribuzione dello spazio da occupare e maggiori controlli da parte dei vigili e dell’Amministrazione 39% 39 per cento
- Mi piacciono perché sono anch’essi parte e caratteristica di Venezia17% 17 per cento
(Totale voti:15 al 20 ottobre 2005)
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Parallelamente all’attivazione del sondaggio, con positivo interesse abbiamo notato un rilancio del dibattito su questo argomento anche a livello cittadino. Cogliamo l’ occasione, quindi, per riportare parte di un intervento pubblicato su "Il Gazzettino" dell’8 ottobre firmato da Marco Zanetti e Gianni Biscontin.
«Da diversi anni Venezia sta subendo una forte pressione dal mercato turistico che - unita ad una inadeguatezza di governo e di cultura - impatta negativamente sulla vivibilità e sul "rispetto" della città antica. Dando per scontata la valutazione (negativa) della dimensione raggiunta e della qualità dell'occupazione del suolo pubblico, del soverchiante impatto che usi ed abusi hanno sulla vivibilità e sulla stessa percezione della città, proviamo a ricordare qualche antefatto. Sul finire della seconda amministrazione "Cacciari", nell'allora Quartiere n.1, cui competeva esprimere singoli pareri sulle nuove domande di concessione permanente, cercammo di affrontare di petto il problema, col sostegno dell’allora Assessore al decentramento ed avvalendosi anche del contributo di qualche funzionario. Ne sortì una sorta di regolamentazione di base, definita e trasparente (un riferimento per i cittadini in generale, utile anche per gli stessi operatori cui era finalmente data la possibilità di conoscere i criteri di valutazione delle loro istanze!) che presupponeva però di essere completata con la redazione di singoli "piani di zona" per le zone più complesse e delicate. E' del resto abbastanza evidente che la complessa conformazione fisica e gli utilizzi del centro storico veneziano mal si prestano ad essere completamente soggetti ad un unico "regolamento", incapace per sua natura di considerare appieno limiti ed opportunità del tessuto urbano. All'inizio dell'Amministrazione Costa i Quartieri 1 e 2 hanno riapprovato i suddetti criteri regolamentari chiedendo al Comune che si mettessero a disposizione volontà e risorse per procedere alla redazione dei piani delle "zone speciali"».
In realtà tale evoluzione non si è mai avuta. «La maxi-regolamentazione dell'uso del suolo pubblico attuata dalla nuova Amministrazione [...] ha prodotto semplicemente una legge comunale da applicarsi, tanto per dire sia a Venezia che a Favaro. Si è arrivati così ai nostri giorni e all’attuale indeterminatezza delle responsabilità tra referenti, tra uffici, tra Amministrazione Comunale e Municipalità».
L’articolo si conclude con alcuni suggerimenti che evidenziano come la questione sia delicata e vada affronta subito considerando l'idea originaria di procedere con la regolamentazione di singole aree di dimensione abbastanza limitata. Si sottolinea, inoltre, in sintonia anche con le indicazioni emerse dal sondaggio di Pandora, che per dare una veste più decorosa alla città lagunare occorrerebbe non solo introdurre nuove regole ma anche intensificare i controlli ad opera dei Vigili urbani.


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Il turismo a Venezia: prime indicazioni emerse dal sondaggio


Nella precedente NL abbiamo lanciato, in concomitanza con l’intervista a Marco (titolare di un B&B a Venezia), un sondaggio sul tema del turismo. In questo numero proviamo a dare una prima lettura dei risultati pur lasciando ancora aperta la possibilità di continuare a votare nella sezione Sondaggi.
























Per realtà particolari come Venezia a chi bisognerebbe affidarsi e cosa si potrebbe fare per una maggiore sostenibilità del turismo?


- Promuovere forme innovative di 'educazione al turismo' veneziano da attivare anche a distanza per il turista italiano e straniero

42% 42 per cento
- Limitare e quindi regolare il numero di ingressi giornalieri in città per evitare intasamenti e sovraffollamenti 17% 17 per cento
- Far pagare per l’ingresso in città utilizzando il ricavato per opere di riqualificazione di monumenti e di zone della città 13% 13 per cento
- Proporre agli operatori turistici un corso su ‘tradizioni e usi veneziani’ per il conseguimento di un ‘patentino’ di ‘operatori DOC 21% 21per cento
-  A Incentivare, anche con agevolazioni, forme di microricettvità e di ristorazione tipica (B&B, Trattorie di cucina veneta ecc..) 8% 8 per cento
- Altro 0%
(Totale voti: 20 al 20 ottobre 2005)
Vai al sondaggio

Il quesito invita a scegliere, tra diverse alternative, una possibile azione da intraprende per gestire in modo più sostenibile il flusso turistico con minor impatto sulla città e sulla qualità della vita dei suoi abitanti. Circa il 50% dei votanti ritiene che la priorità debba essere l’educazione del turista. Utilizzando tecniche innovative e a distanza si potrebbe quindi preparare il visitatore ad un’escursione nella città lagunare non “invasiva” e rispettosa delle necessità dei cittadini. Parallelamente, tuttavia, emerge dal sondaggio (21%) come un percorso simile ma differente per contenuti possa essere fatto anche per gli operatori turistici veneziani a cui proporre un corso su tradizioni e usi locali per il conseguimento di un patentino per “operatori DOC”.


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Ultime su Pandora: nuova versione grafica


Avrai forse notato che alcune pagine del sito PANDORA non rispecchiano la forma e i colori della pagina iniziale.
Stiamo infatti realizzando una nuova versione del sito che speriamo possa essere più leggibile e più usabile e allo stesso tempo permetta un più facile reperimento delle informazioni.
Entro dicembre dovremo essere in grado di pubblicare la nuova veste grafica, quindi ti chiediamo di portare un po’ di pazienza se le pagine sembrano un po’ diverse e non omogenee nel loro insieme.
A questo proposito aiutaci a capire quali sono le parti che ami, quelle che guardi più volentieri, quelle che non ti piacciono e quelle che dovrebbero essere migliorate. C’è qualcosa che ti piacerebbe vedere un po’ più in evidenza o che credi sia nascosta?
Ti ringraziamo find’ora per il tuo preziosissimo aiuto.
Dacci il tuo consiglio


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Comunicare in PANDORA :: Racconta la tua Venezia


Quattro chiacchiere con Cristiana parlando di... partecipazione a Venezia


L’intervista di questo numero affronta il tema della partecipazione, i suoi limiti e le sue potenzialità anche prendendo in considerazione il contesto veneziano. Abbiamo interpellato Cristiana Scarpa della Direzione Ambiente del Comune di Venezia, responsabile della segreteria organizzativa della Consulta per l’Ambiente, della Consulta per il Coordinamento delle Tematiche Animaliste e del Forum del Verde.
Incontriamo Cristiana in Campo Manin, nella sede di “Stilinfo”, lo sportello di informazione e di supporto per il cittadino che vuole fare delle scelte concrete per uno stile di vita sostenibile ed equo. «La prima volta che ho sentito parlare di partecipazione in contesto lavorativo ho chiesto spiegazioni... La risposta che mi è stata data è quella che forse ha dato significato a molte delle azioni che sono state intraprese dalla Direzione per cui lavoro: partecipazione ovvero democratizzazione delle scelte amministrative. Sicuramente l’impatto con questi termini risulta non facile ma, alla fine, forse è possibile definire “partecipazione” semplicemente come la volontà/necessità di avvicinare la vita amministrativa ai cittadini, semplificare i meccanismi decisionali dandone adeguata informazione pubblica, coinvolgere in modo più spinto le singole persone su cui queste scelte influiscono sia in positivo che in negativo. La democratizzazione delle scelte amministrative costituisce il fine ultimo a cui dovrebbe tendere ogni amministratore. Ad oggi si è riscontrato invece una discrepanza tra ciò che viene deciso dalla rappresentanza tecnico politica e quello che il cittadino si aspetta e alla fine vuole. Con il risultato che non si capisce perché certe decisioni vengano prese e soprattutto a favore di chi».
Cristiana ci presenta alcune sue esperienze ciascuna con limiti e potenzialità e in particolare si sofferma sulle difficoltà che spesso l’eccessiva regolamentazione delle procedure amministrative frappongono ad un effettivo coinvolgimento del cittadino. «Tuttavia è possibile in alcuni casi aggirare l’ostacolo...Un caso emblematico è stato la redazione del regolamento per la tutela e promozione del verde nella città di Venezia attraverso il coinvolgimento di tutti coloro che in modo diretto o indiretto ne avrebbero subito l’influenza. In questo caso l’annuncio dell’evento è stato fatto agli inizi, per invitare tutti gli interessati a partecipare ai vari tavoli di discussione per la stesura della prima bozza. Il testo elaborato dal forum e dal comitato di redazione è stato discusso in giunta comunale, nei quartiere, nelle commissioni consiliari e nel Consiglio Comunale. Alla fine c’è stato un risultato concreto – l’approvazione del “Regolamento per il Verde Urbano” – in cui ogni partecipante al processo ha ritrovato il proprio contributo, e tutti hanno percepito un accrescimento delle proprie conoscenze».
È evidente come il tema del coinvolgimento dei cittadini stia a cuore a Cristiana ma, pur essendo d’accordo con le sue affermazioni, proviamo ad andare un po’ più in profondità. Le chiediamo se non sia anche possibile rilevare come spesso le decisioni di pochi ottimizzano tempi e costi e sembrano più razionali e logiche.
«Effettivamente il processo che si innesca non è sempre facile da gestire e soprattutto necessita di consapevolezza da parte di chi lo attiva. Molte delle ritrosie nei confronti di questo tipo di approccio provengono da questo tipo di deduzioni. La verità è tuttavia nascosta. E’ molto più probabile che la decisione presa da tutti coloro che ne sono coinvolti sia stabile e duratura. Inoltre non bisogna dimenticare che un processo di educazione/responsabilizzazione del cittadino ha benefici sociali non sempre quantificabili ma facilmente verificabili nel medio periodo».
Continuiamo a chiacchierare cercando di andare più nel concreto con riferimento alla città di Venezia e alle iniziative attivate dall’Amministrazione.
«Il Comune di Venezia è un terreno estremamente delicato che mette in gioco, in qualsiasi campo, una molteplicità di interessi che difficilmente riescono a trovare un equilibrio conciliabile e duraturo. Tuttavia l’importanza di un’informazione e una comunicazione fatta per tempo, quando ancora le decisioni non sono state prese, ha la funzione di responsabilizzare il cittadino e di renderlo partecipe delle soluzioni e quindi sempre più attivo. I veneziani sono da sempre gente molto legata alla propria città, in un continuo rapporto di amore e odio a causa delle difficoltà a cui giornalmente devono far fronte. Potenzialmente il loro coinvolgimento attivo al governo della città potrebbe rendere consapevoli gli amministratori di quali siano realmente i problemi che li affliggono, suggerendo soluzioni più efficaci. La fatica vera oggi a Venezia è quella di convincere la gente ad interessarsi a queste cose, e soprattutto convincere le persone che partecipare a dei meccanismi decisionali non significa per forza avvallare il proprio personale punto di vista. Lavorando con le Consulte del Comune e con il Forum del verde e quindi facendo partecipazione dal punto di vista pratico ho riscontrato che la gente a qualsiasi livello fatica ad arrivare ad una soluzione condivisa. A mio avviso il compromesso in problemi che necessitano soluzioni complesse è necessario».
Prima di salutare Cristiana le poniamo un’ultima domanda, legata al Progetto PANDORA e in particolare alla possibilità che il Web diventi un altro "luogo" utile per incentivare e facilitare i processi partecipativi.
«Il web sicuramente è un importante veicolo di informazione e un valido mezzo per agevolare la partecipazione. In una società in cui il tempo è sempre più una risorsa scarsa dare la possibilità di dire la propria e di confrontarsi, a prescindere dal dove e quando, è una buona opportunità e, forse, rappresenta un’evoluzione dello stesso concetto di democrazia. Tuttavia Internet non può sostituirsi completamente al confronto personale se si considera che oggi il coinvolgimento delle persone non è ancora meccanico ma deve essere incentivato e accompagnato attraverso forme e modalità “tradizionali”».
È ormai ora di pranzo e conclusa l’intervista ci spostiamo nel bar antistante il palazzo della Direzione Ambiente per un aperitivo... anche questo è dopotutto un modo per incontrare la gente, parlare con loro e provare a capire ciò che pensano e come vivono la città!


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Proviamo a misurare la sostenibilità: l'impronta ecologica


Quando parliamo di sviluppo sostenibile ci riferiamo ad un processo di sviluppo che non intacchi le possibilità di soddisfare i bisogni delle popolazioni future. Un metodo per verificare se le nostre azioni sono sostenibili è l’utilizzo dell’impronta ecologica.
L’impronta ecologica permette di calcolare «l’area di terra o di mare biologicamente produttiva necessaria a una determinata popolazione per ottenere le risorse rinnovabili che essa consuma e per assimilare i rifiuti generati con la tecnologia in uso»
(Wackernagel et al. 2005, pag. 157).
Per poter fare ciò si associa ad ogni bene consumato ed ad ogni attività umana quote di superfici di diverso tipo:



  • Superficie di terra coltivata necessaria per produrre gli alimenti (superficie agricola);
  • Area di pascolo necessaria a produrre i prodotti animali (superficie per pascolo);
  • Superficie di foreste necessaria per produrre legname e carta (superficie forestale);
  • Superficie di terra necessaria ad ospitare infrastrutture edilizie (superficie degradata, costruita o comunque non ecologicamente produttiva);
  • Superficie di mare necessaria per produrre pesci e frutti di mare (superficie marina);
  • Superficie forestale necessaria per assorbire la produzione di anidride carbonica risultante dal consumo energetico (superfici per produzione di energia).

A seconda del tipo di bene considerato o attività alcune tipologie di superfici non sono coinvolte. Ad esempio se volessimo valutare l’impronta ecologica dovuta al consumo di carne entrerebbe in gioco principalmente la voce “superficie per pascoli” e la voce “superficie agricola” (per via della necessità di produrre mangimi o foraggio). Nel caso del “consumo” di abitazioni bisognerebbe considerare principalmente la voce “superfici degradate” ma anche quella relativa alle “superfici forestali” per via del consumo di legname da costruzione.
Secondo uno studio del 2004 (WWF et al, 2004) l’impronta ecologica dell’Italia è di 3,8 ettari globali contro i 9,5 degli Stati Uniti D’america o dello 0,7 del Pakistan. In media un cittadino del mondo consuma 2,2 ettari globali.
La terra a disposizione però non è infinita: secondo il Living Placet Report 2004 (WWF et al, 2004) la disponibilità attuale di terra e mare biologicamente produttivi corrisponde a 1,8 ettari per persona. Questo significa che le risorse che l’umanità consuma in un anno superano la capacità biologica del nostro pianeta. E da qui nasce il problema della sostenibilità: come possiamo garantire il soddisfacimento dei bisogni delle popolazioni future se consumiamo più di quanto il nostro pianeta riesce a rigenerare?
La nostra sfida è ora cercare di capire qual è l’impronta ecologica dei visitatori di Pandora. Aiutaci a capire se siamo più o meno sostenibili di altri paesi o dell’italiano medio! Abbiamo realizzato un modulo semplificato per capire quanto e’ il tuo consumo di ettari annui.
Calcola la tua impronta ecologica
Dobbiamo però precisare che l’impronta ecologica è un indicatore approssimativo il cui scopo è quello di far riflettere sui consumi e sullo stile di vita delle persone attuali. Inoltre tutti i valori sono ridotti alla sola unità di misura (la terra) che non sempre riesce a rappresentare in modo completo tutte le problematiche connesse alle questioni esaminate.


Riferimenti bibliografici:
Mathis Wackernagel, Dan Moran, Steven Goldfinger (2005), “L’impronta ecologica”, Equilibri, anno IX, n. 1, aprile 2005
WWF, Global Footprint Network e UNEP World Conservation Monitoring Centre (2004), “2004 Living Planet Report” disponibile all’indirizzo http://www.panda.org/news_facts/publications/general/livingplanet/index.cfm


Per approfondire:
WWF Italia – La misurazione della sostenibilità
Earth Day Footprint Quiz (in inglese) Un sito dove si puo’ calcolale l’impronta ecologica
Global Footprint Network (in inglese) Promuove l’economia sostenibile utilizzando l’impronta ecologica come strumento principe per misurare la sostenibilità.


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Dopo il sondaggio sui rifiuti una lettera per gli amministratori locali


Nel numero di luglio avevamo lanciato il sondaggio sul tema dei rifiuti a Venezia e l’idea che, superati i 100 voti, avremmo raccolto le indicazioni emerse e inviato ai referenti Istituzionali delle proposte di azioni concrete.
Ciò che è emerso dal sondaggio pubblicato in PANDORA è che si rende sempre più necessario puntare all’educazione e alla sensibilizzazione nei confronti dei rifiuti e di sanzionare, con multe sempre più salate, chi non rispetta le regole del vivere civile. Che ci sia l’urgenza di ripensare la modalità di raccolta dei rifiuti rispetto all’attuale “porta a porta” è un elemento evidente rilanciato dal fatto che 20 persone su 100 ripropongono l’uso dei cassonetti, magari in linea con l’edilizia veneziana, da allocare in campi e calli.
Praticamente le proposte emerse dalla discussione avviata in Pandora vanno dalle più complesse ipotesi di costruire una sorta di “inceneritore da appartamento”, all’idea del “bidone autogestito” per la raccolta dei rifiuti prodotti “per strada” per arrivare a lanciare un concorso rivolto alle scuole d’arte di Venezia per la progettazione di porta rifiuti esteticamente adatti al contesto veneziano. Lo spirito che emerge è l’amore per la città definita lo “specchio del degrado fisico e morale di una città privata anche di identità”. A questa drastica visione rispondono tanti movimenti e persone che vedono in Venezia “una terra fertile abitata da un tessuto sociale che ha tutta la voglia e il sacrosanto diritto di pretendere una risposta ad alti livelli”.
Raccogliendo la volontà di “fare qualcosa” per questa città, uscendo dallo spirito di mera protesta ma sentendoci accanto e importanti consiglieri di chi amministra la cosa pubblica, inseriamo una lettera aperta, che lasceremo tale fino al 15 novembre per consigli e integrazione. Una volta conclusa questa revisione a più mani si provvederà ad inviare la lettera agli amministratori locali Aspettiamo le vostre indicazioni e i vostri commenti.
Vai alla discussione


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Nuovi sondaggi


Il progetto Pandora, di cui questa Newsletter è espressione, mira a testare e monitorare la possibile applicazione del Web per attivare e sostenere processi di partecipazione dei cittadini per una gestione condivisa dello sviluppo locale. I forum on line, i sondaggi via Web, il posting, i blog possono, in alcuni casi, ribaltare le gerarchie del potere e far emergere comunità che decidono di auto-sostenersi e auto-promuovere il proprio benessere.
Il sondaggio che lanciamo in questo numero, è proprio volto a indagare se e in che misura gli utenti di Pandora ritengono effettivamente utile Internet per avviare un reale autogoverno della polis da parte dei cittadini.


Credi che Internet, ed in particolare lo strumento Pandora, possa essere d'aiuto per lo sviluppo del territorio locale? 
Vai al sondaggio!


Proponiamo di seguito il sondaggio che ci è stato suggerito da Gildo sulla gestione dei colombi a Venezia.


Come credi si possa rendere compatibili la massiccia e incontrollata presenza di colombi con il danno che arrecano alle strutture monumentali e con il pericolo sanitario che possono portare?
Vai al sondaggio!


Idee per nuovi sondaggi? Avete un argomento che vi sta a cuore? Proponete alla redazione un sondaggio, sarà pubblicato in “Pandora Newsletter”! Scrivete a: info@feempandora.it


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In evidenza: partecipazione e sostenibilità


Abbiamo letto per voi


Nicky Chambers, Craig Simmons, Mathis Wackernagel
Manuale delle impronte ecologiche. Principi, applicazioni esempi
Edizioni Ambiente


Adatto a un pubblico di non addetti ai lavori, ma indispensabile per i decisori politici, questo volume propone ragionamenti, esempi e dati, secondo i criteri della migliore divulgazione: un linguaggio estremamente efficace, lo sviluppo di ogni concetto in diversi contesti, l’illustrazione didattica, le didascalie, i box di approfondimento e di spiegazione.
Ma la vera specificità è la proposta metodologica: rileggere il bilancio ecologico (locale, regionale, globale) ribaltando l’approccio tradizionale alla sostenibilità. Non più calcolare quanto “carico umano” può sorreggere un habitat definito, bensì quanto territorio (terra e acqua) è necessario per un definito carico umano, cioè per reggere l’“impronta ecologica” che una determinata popolazione imprime sulla biosfera. Perché capire quanto si pesa sulla bilancia del consorzio umano e naturale è il primo passo per capire che scelte politiche e umane fare.


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Abbiamo "navigato" per voi


Cambieresti?
http://www.cambieresti.net


CAMBIERESTI? (Consumi, AMBIEnte, Risparmio Energetico e STIli di vita) è un progetto promosso dall’Assessorato all’Ambiente del Comune di Venezia con l’obiettivo di ridurre e riorientare i consumi facendo leva sia sull’informazione della comunità locale sia su meccanismi incentivanti l’adozione di stili di vita più equi e sostenibili.
Pandora circa un anno fa, in concomitanza con l’avvio del progetto ha già presentato l’iniziativa nella sezione Progetti e ricerche su Venezia.
Il sito del progetto oltre ad essere un “luogo”/strumento per le famiglie che hanno aderito alla sperimentazione, è anche un’utilissima fonte per reperite informazioni su come impegnarsi, nel proprio piccolo, per un consumo critico e sostenibile.
Già dalla homepage, utilizzando la barra a sinistra, è possibile accedere a pagine tematiche su Acqua, Alimentazione, Energia, Casa, Mobilità, Rifiuti... tutte contenenti utili suggerimenti per incentivare la messa in atto di semplici accorgimenti per risparmiare e allo stesso tempo inquinare meno, non sprecare risorse e sostenere buone pratiche per un corretto utilizzo delle risorse. Sempre dalla homepage è inoltre possibile scaricare la “Guida... per un mondo più equo e sostenibile” contenente informazioni e consigli utili su ambiente, alimentazione, animali, casa, commercio, energia, finanza, medicina, mobilità, rifiuti, turismo. Un sito utile che va ben al di là del progetto stesso.


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