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Ambiente

Ambiente la lagunaVenezia, città unica nel suo genere, deve la sua peculiarità all’ambiente insolito nel quale è inserita.
La laguna di Venezia con i suoi 550 Kmq di superficie è uno degli ecosistemi lagunari più estesi, e forse più importanti, dell’intero bacino del mediterraneo. Si tratta di una zona umida caratterizzata da un’elevata diversità biologica. Al suo interno sono infatti distinguibili diversi ambienti quali: i litorali, le barene e le velme, le paludi, le valli da pesca, le casse di colmata, le isole, le aree di gronda che ospitano, grazie anche alle loro particolari caratteristiche microclimatiche, un immenso e originale patrimonio faunistico e floristico.
Ma cosa si intende per "laguna"? Le lagune sono ambienti costieri di transizione; zone di "passaggio" tra terraferma e mare che proprio per la loro particolare natura sono soggette a continue evoluzioni e trasformazioni.
Una laguna si forma per l'azione congiunta dell’acqua dolce dei fiumi, che apportano sedimenti, e dell'acqua del mare, che oltre a trasportare altri detriti, tende anche a distribuirli lungo la costa. L’evoluzione morfologica di una laguna è, quindi, legata all’entità di queste immissioni. Se gli apporti dall’entroterra e dal mare sono consistenti, essa tenderà ad essere riempita e, dunque, ad interrarsi trasformandosi in un nuovo lembo di terra emersa. Al contrario, se questi sono modesti la laguna tenderà progressivamente all’erosione dando vita ad una più o meno ampia insenatura marina.
La laguna di Venezia, formatasi circa 6000 anni fa, è stata oggetto di differenti e molteplici interventi antropici. Molti di questi, come la deviazione dei fiumi che sfociavano in laguna, la nascita di un vasto polo petrolchimico proprio nell’area di gronda, lo scavo di profondi canali navigabili per consentire l’accesso delle grandi navi alla zona di Porto Marghera, la realizzazione delle "casse di colmata" per l’espansione della zona industriale, hanno avuto pesanti controindicazioni ed hanno provocato (e in alcuni casi continuano a causare) gravi impatti a tutto questo delicato ecosistema. Un importante indicatore dello stato attuale della laguna è rappresentato dalla riduzione della superficie occupata dalle fanerogame marine (1). L’importanza di questa pianta marina è legata a diversi fattori come ad esempio la ricchezza delle comunità animali e vegetali ad essa associate, il ruolo svolto dalle sue radici nel consolidamento dei sedimenti e nel contrastare l'erosione, la funzione di nascondiglio e nutrimento per numerose specie ittiche.
Molti interventi per ripristinare e riqualificare alcune zone della laguna sono attualmente in corso d’opera, ma molto rimane ancora da fare. Se si considerano, infatti, i danni provocati dalla pesca abusiva, dall’escavo dei canali per le grandi navi di Porto Marghera, dallo scarico (negli anni ’70 e ’80) di sostanze tossico-nocive, a cui si aggiungono gli effetti negativi provocati da fenomeni naturali quali la subsidenza e l’eustatismo, si comprende la necessità e l’urgenza di intervenire per ridurre ulteriori danni non solo alla laguna ma anche a tutto il sistema economico e sociale di Venezia (2).
La progettazione di un futuro sostenibile per la laguna di Venezia, quindi, deve tenere conto dell'importanza sia degli elementi antropici sia di quelli puramente naturalistici. La sfida che la città deve affrontare non riguarda, infatti, la conservazione di un ecosistema naturale (che, in realtà, senza l’intervento dell’uomo oggi non esisterebbe), quanto piuttosto il "mantenimento di un difficile equilibrio tra uomo e natura, due elementi tra loro strettamente legati ma con esigenze sensibilmente divergenti" (3).

Riferimenti Bibliografici
(1) Torricelli P., Bon M., Mizzan L. (1997), Aspetti naturalistici della laguna e la laguna come risorsa, Fondazione Eni Enrico Mattei.
(2) Rinaldo A. (1997), Equilibrio fisico e idrogeologico della laguna, Fondazione Eni Enrico Mattei.
(3) Ignazio Musu (1997), Venezia sostenibile: suggestione dal futuro, Il Mulino.


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Sciretti Alberto - 07/11/2007 19:27
Paolo ha ragione “di cose a Venezia se ne sono fatte e se ne fanno per l'ambiente!” (intervento del 03/09/2007 16:30).
Di cose ne sono state fatte talmente tante, che a tutt’oggi l’ecosistema più produttivo al mondo, un paesaggio unico al mondo quale quello della laguna, non è ancora un parco naturale a tutti gli effetti. Soltanto le Dolomiti, o i Colli Euganei o Lessini meritavano di essere salvaguardati attraverso un Ente Parco. Il nostro primo cittadino è dagli anni ’90 che ne parla, ne parla e ne parla. Quando si tratta di istituire un parco naturale si parla solamente, quando però tanti anni fa’ c’èra da costruire il Petrolchimico, l’aeroporto sul bordo della laguna, ed ora possibili sublagunari, nuovi ponti inutili, grandi centri commerciali od un enorme hotel\centro congressi, porticcioli per barche lussuose, allora, tutto ciò si realizza.
Passeggiando sulle rive del Lago di Garda (Riva del Garda ad esempio) ci sono camminamenti paesaggistici, piste ciclabili, ed il paesaggio è fruibile da parte della gente attraverso innumerevoli punti di osservazione, ed invece qui nel veneziano non solo per decenni si è negato alla popolazione della terraferma un qualsiasi rapporto con la laguna (il parco di San Giuliano ha cercato di rimediare ad una epocale ingiustizia), ma abbiamo concepito opere impattanti con conseguente irrigidimento della gronda lagunare e sua marginalizzazione e scomparsa delle aree umide, fondamentali zone di transizione tra terra e acqua, capaci di sviluppare una fauna e una flora uniche; poco importa se le barene scompaiono lentamente erose dal moto ondoso di veri e proprio motoscafi che diventano “ferri da stiro”; poco importa se Mestre, è ancora una città caotica e congestionata, senza un’anima, con il pm10 nell’aria che giornalmente supera i livelli di guardia; poco importa se in centro a Mestre, lì dove una volta arrivavano gioiosi campi di grano, siano rimasti pochi fazzoletti d’erba con i nuovi “alberi antenne” della telefonia mobile, questi sono dettagli. Come in sostanza dice Paolo, va tutto bene, sorridiamo alla vita, a quei magnifici tramonti rossastri nei cieli di Marghera.



Zanchettin Daniele - 14/09/2007 23:15
E' vero che è stato fatto qualcosa per la salvaguardia di Venezia. Ma non nei modi dovuti.
Il MOSE ne è un monumento a cielo aperto (o meglio sommerso vista la sua ubicazione) di questo aspetto. Ma non solo quello. L'istituzione del Parco della Laguna Nord, altro esempio lampante, è rimasto per anni solo sulla carta. Lo stesso Consiglio di Ammnistrazione si è visto ridurre il proprio budget da impedirgli di operare al meglio.
Non basta fare un cosa se poi ne fai un'altra che ne annulla l'effetto.
Non si può proporre la raccolta differenziata (iniziativa peraltro lodevole) e poi consentire un'urbanizzazione selvaggia che va a coprire la maggior parte del territorio disponibile. La provincia di Venezia rischia di diventare un'unica zona urbana che parte da Chioggia e arriva a Portoguraro.
E in questo non ci sono solo i nostri amministratori ma tutti noi come partecipanti e cittadini di questo lembo di terra comune.
E' gisuto controllare quanto fanno le nostre istituzioni in quanto gestiscono il nostro territorio, ma guardiamo anche il nostro cosidetto orticello e a come lo curiamo. Potremmo scoprire molte cose che non vanno.
Forse ho divagato un po' troppo, ma alle volte bisogna anche guardare in noi stessi prima di giudicare gli altri, perchè come dice un passo del vangelo (per chi ci crede) "Chi è senza colpa, scagli la prima pietra!"
Paolo - 03/09/2007 16:30
Va bene che c'è molto da fare ma cerchiamo di essere anche un po' più oggettivi. Di cose a Venezia se ne sono fatte e se ne fanno per l'ambiente! Non è sufficiente va bene, ma questo è un discorso molto più generale che potrebbe essere esteso a tutta l'Italia e forse al mondo intero. Di passi avanti se ne fanno (vedi proposta del parco, raccolta differenziata, incentivi del comune per auto catalizzate, ecc.). Cerchiamo di non essere solo disfattisti! Non serve a nessuno e non migliora la situazione.
Paolo
gianni darai - 30/08/2007 11:56
Cosa aggiungere ad un testo così preciso, documentato e, perchè no, sofferto.
E' sotto gli occhi di tutti l'unicità e la bellezza del nostro ambiente, della nostra laguna, della nostra città ed è sotto gli occhi di tutti la violenza che si sta consumando contro di essa.
Dove sono i nostri amministratori?Dove sono le soluzioni promesse per combattere gli inquinamenti, il moto ondoso, gli abusivi, il caro vita,il turismo mordi e fuggi?
Se ne fa un gran parlare ed è ormai da sessantanni che sento gli stessi discorsi e la situazione invece continua a peggiorare. Siamo restati ormai quattro gatti e penso che il nostro futuro sarà come quello di una piccola riserva indiana,speriamo almeno che l'ambiente si riesca a preservarlo ma non certo per noi.
Gianni D.
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