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Dibattito sul ciclo del cloro a Marghera

Il Comune di Venezia ha deciso di interpellare i cittadini circa il proseguo nell’area di Porto Marghera della produzione e della lavorazione del cloro, del Cvm e del fosgnene. Il sondaggio a cui tutti sono invitati a partecipare dovrebbe contribuire, secondo le indicazioni del sindaco Cacciari, a «delineare delle scelte per Marghera che sappiano tenere assieme la salvaguardia della salute e dell’ambiente con la difesa dei posti di lavoro, in ambiti nuovi, con un processo di riconversione che assieme alla chimica pulita veda sorgere nuove attività, tecnologicamente avanzate, per le quali Marghera resta e può diventare ancor più una delle zone strategiche».
Anche Pandora segue con interesse l’evolversi di questo dibattito molto acceso sia per i problemi affrontati (si toccano temi molto delicati come posti di lavoro, salute e salvaguardia ambientale della laguna) sia per il metodo adottato (che tipo di valore può avere questa consultazione se in materia di impianti chimici e più in generale di ambiente, la competenza non solo non è esclusivamente del Comune?)

Ci piacerebbe che anche in questo caso Pandora si trasformarmi in una piazza virtuale all’interno della quale esprimersi e condividere idee ed opinioni…

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kati - 25/07/2006 20:48
Ha vinto il NO!!! ed ora si passi all'azione.
kati - 10/07/2006 11:47
Ho letto qualche giorno fa che l'Eni non ha intrenzione di abbandonare Marghera e che anzi si prospettano nuovi investimenti per una chimica pulita e per la ricerca di produziioni innovative...
Mancano ancora Dow e Ineos, che il Comune insista, tenti e ritenti. dopo anni di inquinamento non possono ora tirarsi indietro.
sinibaldi delegato WWF su ch.del cloro - 06/07/2006 13:53
consiglio di leggere sul sito del comune di venezia la notizia sull'ultima fuga di CVM dalle tubazioni della INEOS!!!!!!!
Chi ha detto che è gli ipianti sono sicuri e non corriamo nessun pericolo?
NB. Il CVM è cangerogeno anche fuori della fabbrica
livio - 06/07/2006 12:58
Non posso votare dato che non risiedo a Venezia ma mi permetto comunque di partecipare a questa discussione semplicemente per dire la mia, non tanto sull’oggetto della discussione (tema effettivamente molto delicato), quanto piuttosto sul metodo.
Ho letto alcuni interventi circa l’inutilità (si parla addirittura di demagogia) di coinvolgere direttamente i cittadini su questioni delicate ed anche complesse come quella attualmente sottoposta all’attenzione dei cittadini veneziani.
Ebbene, ritengo che anche questo sondaggio, come qualsiasi altro strumento di partecipazione che permette al singolo di esprimersi direttamente su questioni che in modo più o meno diretto lo riguardano, sia un’importante occasione per “ascoltare” la voce del cittadino ed allo stesso rendere il “decisore” legittimato a farsi portavoce di una precisa strategia di intervento. Il tema è particolarmente delicato e riguarda la democrazia e, nello specifico, il rapporto tra società e politica. Questo rapporto, incrinatosi vistosamente con Tangentopoli, deve essere ricucito e recuperato ma per farlo le istituzioni non possono più vivere isolate nei loro palazzi, occorre un grande sforzo per aprirsi alla società abbandonando la concertazione meramente partitica e clientelare i cui discutibili risultati sono visibili in molte città italiane. Intraprendere una strada del genere richiede coraggio e notevoli sforzi. Il rischio di farsi trascinare dalla demagogia populistica è sempre alle porte ma questo non deve impedire di cercare alternative valide alle pratiche decisionali del secolo scorso, divenute ormai assolutamente inadeguate al governo di società come quella attuale sempre meno disposta ad accogliere a testa bassa decisioni calate dall’alto.
A mio avviso la strada intrapresa dal Comune di Venezia è quella giusta anche se limiti e difetti non mancano (forse è mancata un’adeguata informazione del cittadino sui temi in discussione! )...
Ma la capacità di sperimentare, verificare e riprogrammare, rimane pur sempre l’unico modo per evolvere ed andare avanti.

Alla prossima
Livio
Marco Costantini - 06/07/2006 09:46
Anch'io sono per il No. Il ciclo del Cloro rappresenta un pericolo per l'ambiente troppo grande e va sostituito con un altro mene dannoso.
Comunque è tutta Marghera che va ristrutturata. Ci si preoccupa del danno che potrebbe provocare alla Laguna un'opera splendida come il Mose (che danni non ne provocherebbe nemmeno uno, anzi!) mentre, nella zona industriale di Marghera, per anni, si è versato in Laguna e nell'aria chissà quale quantità di veleni.... Dopo non mi si venga a dire che le motivazioni che spingono a fare o non fare determinate opere non sono solo ed esclusivamente politiche ed economiche (Cacciari da questo punto di vista si dovrebbe vergognare ogniqualvolta si guarda allo specchio....).
Ciao a tutti...

Marco
Gianpaolo - 05/07/2006 17:44
Ci sono dei cicli produttivi che vanno eliminati e sostituiti con altri che non rappresentino un così grande pericolo per l'ambiente e per quanti vi possono entrare in contatto
roberta - 05/07/2006 11:13
ho votato no. Avete visto quanti erano i lavoratori della CHIMICA IN SCIOPERO? erano 400 !!!. Telecom Italia manda in pensione con o senza "scivolo migliaia di persone all'anno!!! Secondo me 400 persone possono essere riciclate negli altri stabilimenti chimici di marghera. Anche perché quel terreno è molto inquinato. E chi meglio di un lavoratore della chimica, magari con un corso di riqualificazione può essere in grado di rimetterlo a posto? Inoltre a Bopal sono bastati 20 litri di fosgene per ammazzare migliaia di persone. Ma lo sapete voi quanto ne abbiamo noi là? Non ve lo dico anche perché manicomio è scritto per fuori. Se disgraziatamente succede qualcosa i 400 lavoratrori non solo perdono il posto, ma perdono la vita assieme alle loro e alle nostre famiglie. La fascia di pericolo si estende lungo una circonferenza che ingloba Padova e Treviso! Mi vengono i brividi. Noi in Italia siamo sempre bravi a portare i soccorsi, vedi adesso Vibo Valenzia. Ma a pensarci a prevenire una volta tanto prima!. Mai. E poi pensate sarebbe la soluzione iseale per tutti coloro che vogliono Venezia solo per i turisti. In un colpo solo case libere a iosa per fare alberghi, locande, ecc. senza tutti quegli inutili abitanti che danno fastidio nei vaporetti, nelle calli, ecc! BRRRRR!!!! Speriamo che il Creatore abbia sempre un occhio protettivo su di noi e illumini i nostri amministratori. Pace e bene a tutti.
Roberta
Lorenzo Pezzato - 05/07/2006 09:46
Il punto, a mio parere, è uno solo: poche migliaia di posti di lavoro nella chimica non possono essere sufficienti per tenere in scacco centinaia di migliaia di cittadini con esalazioni pestilenziali ed altissime probabilità di incidenti gravissimi.
Guardiamo avanti, ad un futuro diverso per la Laguna e per quanto ci sta intorno.
Martina - 04/07/2006 16:54
Io ho trovato difficolta' a rispondere al sondaggio sul ciclo del cloro proposto dal Comune di Venezia... Ho votato NO, ma con molte perplessita'. Ho risposto no perche' ritengo siano importate il miglioramento della sicurezza per la tutela dell'ambiente e della salute delle persone.
Di contro il mio futuro marito e' impiegato nel settore della plastica, settore in cui il cloro e' una delle materie utilizzate.
Mi sono sentita investita di una responsabilita' piu' grande delle mie competenze/conoscenze.
Non e' vero che la riqualificazione /chiusura di un impianto ha un impatto solo sui lavoratori di quel settore: bisognerebbe considerare anche l'indotto e le attivita' collegate.
Ass. Medicina Democratica e Ass. G. Bortolozzo - 27/06/2006 14:00
Le nostre associazioni si battono da sempre per conciliare la difesa della salute dei lavoratori e dei cittadini con la tutela dell&rsquo;ambiente e dei posti di lavoro.
<b>Sul sondaggio del ciclo del cloro invitiamo i cittadini a dare un segnale forte ai politici e amministratori nazionali e locali scegliendo il NO sulla scheda.&nbsp;

Non cadiamo nel ricatto occupazione/salute.</B> Dal punto di vista occupazionale<B> il ciclo del cloro occupa circa 500 persone (</B> 50 al clorosoda di Syndial, 190 al TDI della Dow e 250 al CVM-PVC di Ineos) e i<B>l sondaggio non chiede la chiusura immediata degli impianti ma una scelta programmatoria strategica che in pochi anni chiuda queste produzioni senza aprire un nuovo impianto del cloro</B>.<br/> <B>Numeri cos&igrave; bassi di lavoratori sono riassorbibili con gli ammortizzatori sociali europei e nelle altre aziende che restano nel polo di Marghera </B>( Polimeri, Alkema, Solvay,Crion, Eni raffineria,Montefibre, Alcoa, Enel,ecc) come &egrave; avvenuto <B>nel 2003 per i 450 lavoratori del caprolattame chiuso solo per motivi economici e di mercato e non per motivi ambientali.
</B>I padroni della chimica vogliono tenere in produzione per almeno altri 20 anni gli impianti col fosgene e il cvm che hanno 35 anni di et&agrave; ( sono stati installati all&rsquo;inizio anni 70) e hanno dimostrato con numerosi incidenti la loro criticit&agrave;.

Si dice che si voglia chiudere tutta la chimica di Marghera con decine di migliaia di disoccupati, questo &egrave; falso, il ciclo del cloro &egrave; separato e separabile dal petrolchimico, l&rsquo;unica connessione reale &egrave; l&rsquo;utilizzo di etilene , circa 100.000 ton anno dal cracking di Polimeri ( che ne produce 400.000 che invia a Ferrara) che possono essere inviate anch&rsquo;esse a Ferrara o utilizzate qui come proposta da Scaroni per fare un impianto di polietilene di alta qualit&agrave; o immesse sul mercato e commercializzate dato che l&rsquo;etilene &egrave; molto richiesto.

Il sindacato ha sempre usato questa minaccia di migliaia di licenziamenti per difendere lo status quo, ad es. anche quando fu fatta la battaglia contro i fosfogessi Agrimont per ridurre l&rsquo;eutrofizzazione dell&rsquo; Adriatico ma anche quella volta non ci furono i licenziamenti temuti.

Si dice che saranno migliaia i licenziamenti nelle aziende e imprese dell&rsquo;indotto che operano nel ciclo del cloro ( manutenzioni, pitturazioni,ecc) in realt&agrave; qualsiasi altra azienda si insedier&agrave; qui, al posto del cloro, user&agrave; aziende terze e imprese per i servizi, che perci&ograve; cambieranno solo datore di lavoro.

Ci sono gi&agrave; a Marghera, (area appetibilissima a livello mondiale per la sua posizione strategica), un centinaio di richieste di insediamenti di nuove aziende come dimostra la documentazione della commissione regionale che lavora sul futuro di Marghera. Se poi partono finalmente le bonifiche dei terreni, inquinati da queste industrie chimiche, il lavoro non mancher&agrave; anche se non ci saranno pi&ugrave; i megacarozzoni finanziati dallo stato come Enichem, la lavorazione dell&rsquo;alluminio, quella dei concimi con clientele e fondi pubblici che finivano a ingrassare le casse dei partiti di governo.

Bisogna essere consapevoli che anche scegliendo il proseguimento del ciclo del cloro si sposta solo il problema perch&eacute; per questioni economiche globali, mondiali, come per il caprolattame le multinazionali della chimica come Dow e Ineos hanno gi&agrave; deciso di andarsene quando avranno finito gli impianti in altre aree del pianeta dove produrranno a costi minori, per cui &egrave; meglio governare subito al situazione e non trovarsi poi a gestire di colpo la chiusura di impianti con tensioni sociali incontrollabili.

Diamo un segnale a tutela della salute e della sicurezza dei 200.000 abitanti residenti attorno a questi impianti ad altissimo rischio, non facciamoci ricattare da pochi posti di lavoro riconvertibili, saremo i primi a lottare a fianco dei lavoratori per salvaguardare i loro diritti.

Mestre,27-6-06<X-TAB>&nbsp;&nbsp;</X-TAB>MEDICINA DEMOCRATICA&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; ASSOCIAZIONE GABRIELE BORTOLOZZO
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