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NL 04.06 - Il progetto Trash-On

nl pandora
Siamo lieti di inviarti il quarto numero della Newsletter del 2006 del Progetto Pandora, network nato per promuovere lo sviluppo sostenibile della città di Venezia (http://www.feempandora.it).
Ogni notizia è seguita da un collegamento nel quale potrete trovare approfonditi gli argomenti trattati.
Buona lettura!  


Numero 4.2006 :: Il progetto Trash-On. Il trash diventa fashion


Pandora e la Partecipazione
* La Consulta per l'Ambiente: Incontro con l’Assessore Simionato
* Il progetto Trash-On


Informarsi in Pandora
* Riparte la raccolta differenziata a Venezia centro storico. Primi risultati e primi problemi
* A proposito di Arte e Rifiuti (di Livio Billo)


Comunicare in Pandora
* Quattro chiacchiere con Annalisa parlando di... Trash-On
* La lettera di… Perla sul Trash
* Nuovo sondaggio sulla raccolta differenziata a Venezia


In evidenza
* Abbiamo letto per voi
* Abbiamo "navigato" per voi


La Newsletter


 


Pandora e la Partecipazione


La Consulta per l'Ambiente: Incontro con l’Assessore Simionato


Dopo aver presentato le sue osservazioni nell’ambito del processo partecipativo relativo all’istruttoria di Valutazione dell’Incidenza Ambientale sul progetto del “Polo Nautico” di Punta San Giuliano, predisposto dall’Amministrazione Comunale in applicazione della Direttiva Habitat 92/43/CEE, l’Ufficio di coordinamento della Consulta per l’Ambiente del comune di Venezia ha chiesto ed ottenuto un incontro con l’Assessore ai Lavori Pubblici Simionato.
L'incontro, svoltosi presso Villa Querini a Mestre il 3 maggio scorso ha permesso ad entrambe le parti di confrontarsi e di motivare le scelte dell’Amministrazione, da un lato, e le richieste di modifica della Consulta, dall’altro.
L’incontro è iniziato con la presentazione, da parte di Pino Sartori, dei membri dell'ufficio di coordinamento della Consulta per l’Ambiente e delle attività che quest’ultima svolge. Si è passati poi a ripercorre le motivazioni del parere non totalmente positivo espresso dalla Consulta circa il nuovo Polo Nautico a San Giuliano. In particolare l’ufficio di coordinamento ha messo in evidenza tre aspetti:



  • le preoccupazioni che il progetto possa non essere portato avanti a causa della procedura di infrazione che l'Unione Europea ha avviato per la realizzazione dello stesso parco di San Giuliano;
  • le poche attenzioni che il progetto pone alla costruzione di manufatti eco-sostenibili (tetti verdi, approccio bio-climatico per la realizzazione dei capannoni, ecc..)
  • la necessità di rinaturalizzare le sponde e di “ricostruire” gli arenili a ridosso delle banchine per limitare il moto ondoso.

La Consulta inoltre ha ribadito la non intenzione a rinunciare al Polo Nautico di San Giuliano che risulta comunque un valido progetto per la riqualificazione dell’area, tuttavia ritiene importante apportare alcune modifiche progettuali soprattutto per l’aspetto della mitigazione degli impatti che, come ha precisato Pino Sartori, «possono essere inerite nella “Decisone Finale” così come previsto dalla procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale».
L’Assessore ha fatto notare come i pareri e le indicazione della Consulta trovano un limite quando incontrano/scontrano le necessità dell'amministratore che, da parte sua, ha il compito di realizzare interventi necessari alla comunità. «Il procedimento per il Polo Nautico di San Giuliano è stato avviato molti anni fa - ha precisato Simionato- addirittura dalle prime amministrazioni Cacciari, per cui rimettere mano, in modo sostanziale, al progetto che è già stato sottoposto anche alla Valutazione di Incidenza Ambientale, significherebbe bloccare il percorso e ripartire da zero». L’architetto che segue il progetto e che ha partecipato all’incontro, tuttavia, ha evidenziato come la fase di consultazione e partecipazione sia stata importante in sede di “Osservazioni alla VInCA” e abbia permesso di introdurre alcune azioni di mitigazione e protezione del “seno della Sepa”. Questo a testimonianza dell'impego dell'amministrazione nell'accogliere indicazioni e istanze “cittadine” che possono essere integrate nel progetto senza tuttavia stravolgerne la struttura.
L’incontro si è concluso con l’auspicio, da parte della consulta, di poter essere maggiormente coinvolta nelle procedure di informazione e consultazione previste anche dal regolamento comunale. «L'intenzione - così come ha ridato Matteo Pandolfo dell’ufficio di coordinamento della Consulta per l’Ambiente - non è quella di impedire la realizzazioni dei progetti, ma quella di realizzarle con il minor impatto che le conoscenze e le buone tecniche possono suggerire al politico e al tecnico dell'amministrazione che deve agire nell'interesse dei cittadini».
Vai alla sezione della Consulta per l’Ambiente


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Il progetto Trash-On


Riciclare e riutilizzare oggetti dismessi può essere una moda e può diventare moda. I materiali e oggetti di scarto apparentemente inutili e inutilizzabili possono essere considerati una nuova e vera risorsa.
La capacità di combinare, trasformare, reinterpretare, manipolare, valorizzare e applicare scarti di lavorazione e rifiuti può diventare un momento alto di progettualità, creatività e ricerca sperimentale. Rifiuti come: plastica, carta, stoffe, collant usati, strofinacci, spugne, tranci di gomma, fili elettrici, tappi in sughero, vetro, sacchi di juta, rotelline di ingranaggi e quant'altro, tornano a vivere sottoforma di nuovi prodotti e manufatti. Il rispetto per l'ambiente con l'utilizzo di materiali di scarto e le esigenze della moda si uniscono nella creazione di manufatti originali e spesso anche artistici.
Quello dei rifiuti e della raccolta differenziata è da sempre un tema caldo per il centro storico di Venezia costretta a far fronte oltre alle tradizionali difficoltà gestionali del servizio anche ad un elevato flusso turistico e alla particolare struttura urbana. Il grande successo della singolare iniziativa “Il Concorso che Puzza” attivata da Claudio Spavento (un ristoratore di Venezia) e affiancata da www.feempandora.it ha messo in evidenza come la questione “rifiuti a Venezia” stia particolarmente a cuore non solo degli Amministratori ma anche di molti comuni cittadini pronti ad impegnarsi per denunciare e quindi migliorare la propria città.
Partendo da tali considerazioni e facendo leva sull’attenzione che da sempre www.feempandora.it dedica ai temi della sostenibilità, abbiamo deciso di affiancare e supportare con il Web il progetto Trash-on attivato insieme al Corso di Laurea in Cultura e Tecnologia della Moda (CTM) dell’Università di Padova.
Per questa Newsletter abbiamo raccolto alcune testimonianze di docenti e studenti che stanno lavorano a questo progetto di “riattivazione del Trash”. Per approfondire i temi e le attività avviate con il progetto “Trash-on” ti invitiamo a visitare anche la sezione del sito dedicata
Vai alla sezione dedicataTrash-on: Il trash diventa Fashion
Vai al Forum sul Trash


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Informarsi in PANDORA


Riparte la raccolta differenziata a Venezia centro storico. Primi risultati e primi problemi


Dopo la sperimentazione del 2005 che ha interessato il sestiere di Dorsoduro la raccolta differenziata in Centro Storico a Venezia ha preso piede con una modalità definitiva… o quasi.
Avviata da febbraio a Dorsoduro e da maggio a San Marco, la differenziata dovrebbe entro fine anno coinvolgere tutta la città.
Il progetto, accolto con entusiasmo dagli irriducibili oppositori della precedente fase di sperimentazione (vedi denuncie degli abitanti di Calle Nani, contro le isole ecologiche), si basa sulla raccolta separata effettuata porta a porta in giornate differenti per tre tipologie di materiale: carta e cartone, vetro plastica e lattine, rifiuto residuo. Carta e cartone vengono raccolti ogni martedì e venerdì e deveno essere consegnati al netturbino (oppure posizionati tra le 6 e le 8 del mattino a ridosso della porta della propria abitazione) dopo esser stati ridotti di volume e inseriti esclusivamente in sacchetti di carta o legati insieme con spago o elastici. Vetro, plastica e lattine, invece, sono raccolti ogni mercoledì e sabato dopo esser stati inseriti in un sacchetto di plastica sul quale deve essere attaccato uno degli adesivi consegnati ai cittadini da Vesta. Normale ritiro giornaliero, invece, per il rifiuto residuo che viene raccolto dal lunedì al sabato, con l'esclusione dei giorni festivi.
Nonostante la campagna informativa avviata da Vesta, che per l’occasione ha coinvolto come testimonial di eccezione il duo comico “Carlo & Giorgio”, non sono mancate difficoltà e proteste. In particolare il problema principale è stato legato all’impossibilità per molti esercenti di conservare per più giorni i bustoni ingombranti di vetro, plastica e lattine, ritirati solo due volte a settimana. Per far fronte a questa evidente difficoltà, ancora più preoccupante se si considera l’aumento esponenziale di presenze turistiche che si registra a Venezia nel periodo estivo, Vesta e Aepe (l’Associazione pubblici esercenti di Venezia) hanno individuato come possibile soluzione l’aumento dei passaggi per la raccolta di questa tipologia di rifiuti per bar, ristoranti e alberghi a cui viene addebitato un contributo settimanale di 10 euro. La nuova modalità di raccolta per i pubblici esercizi, con due passaggi extra a pagamento pervetro, plastica e lattine, riguarda sia San Marco sia Dorsoduro e proseguirà per tutta l'estate. In autunno Vesta e Aepe si ritroveranno per verificare l'efficacia, la sostenibilità economica e l'eventualità di introdurre una differenziata ancora più spinta.
Intanto Vesta ha già reso pubblici i primi dati: a fronte di questo avvio burrascoso si è riscontrata una discreta risposta da parte sia dei cittadini sia degli esercenti tale da permettere, in soli due mesi, un passaggio della differenziata dal 7% al 13% sul totale raccolto. Dati positivi in centro storico, ma anche in terraferma, dove finalmente si sta rispettando il decreto Ronchi: a Mestre e dintorni la raccolta differenziata dei rifiuti ha raggiunto infatti quota 35%.
…e adesso, con la stagione turistica, la campagna di sensibilizzazione si concentrerà nelle spiagge veneziane!
Vai al Dibattito sui rifiuti


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A proposito di Arte e Rifiuti (di Livio Billo)


Riportiamo l’interessante contributo del Prof. Livio Billo, docente di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università degli Studi di Padova.
Esattamente 135 anni fa, il grande Rimbaud si appellava ai poeti del suo tempo indicando loro il nuovo compito della poesia e dell’arte: quello di essere proiettati “in avanti”, di precorrere le vie del gusto e della sensibilità estetica. Raccogliendo quell’appello, gli artisti cosiddetti “d’avanguardia” hanno praticato esperienze ed assunto atteggiamenti oggi divenuti comuni e che non suscitano più né sorpresa né scandalo. Tra questi, il disagio e la protesta nei confronti di una società efferatamente ed ottusamente consumistica che ha elevato la “merce” a valore surrogatorio e sostitutivo di tutti gli altri. Non considerando o fingendo di dimenticare che la mercificazione eretta a sistema valoriale e relazionale produce alienazione nel soggetto umano e trasforma l’ambiente in cui egli vive in un immenso, fagocitante immondezzaio.
L’arte degli anni ’50 e ’60 – gli anni del “boom economico” – ha così posto al centro della sua ricerca gli oggetti di consumo e di scarto, promuovendo ed accompagnando l’emergere e il consolidarsi di una coscienza ecologista più attenta ed avvertita circa il problema del predominio delle produzioni industriali e del conseguente depauperamento delle risorse naturali. Fenomeni quali il new dada americano, il nouveau réalisme francese e l’arte povera italiana promossero, attraverso l’uso degli oggetti della produzione di massa e anche dei loro avanzi o spoglie residuali di “fine catena”, una forte opposizione critica alle logiche perverse del sistema produttivistico-consumistico. Dai combine-painting di un Rauschenberg, alle poubelles ed “accumulazioni” di un Arman, dai tableax-pièges di uno Spoerri, alle macchine-ferraglia di un Tinguely o agli inquietanti “impacchettamenti” di un Cristo, si vanno delineando i principi e i termini di una estetica del “rifiuto” fondata e modellata su una presa di coscienza etica che rifiuta e contrasta con forza il principio economicistico del surplus produttivo e del conseguente spreco delle cose, in mome di un impegno moralizzatore a difesa delle risorse e degli equilibri ambientali nei paesi ricchi e a riscatto delle dilaganti povertà, della penuria alimentare patita dai diseredati della terra che, metaforicamente e materialmente, vagano ai margini delle società affluenti del benessere diffuso, cercando di che sopravvivere nelle sue immense discariche a cielo aperto.
La consacrazione/dissacrazione simbolica del “feticcio” consumistico e della ritualità mediatico-pubblicitaria che lo tiene saldamente ancorato al suo altare di adorazione, si spingerà fino all’innalzamento ad opera d’arte di quel rifiuto estremo che è la deiezione intestinale umana. E siamo allora alla oltraggiosa provocazione di un Piero Manzoni e della sua merde d’artiste, inscatolata ed etichettata come un alimento da supermarket. Ma a fronte di questa tendenza al riuso e al riciclo della deiezione e del rifiuto in ogni loro forma e aspetto, alla chiamata in causa del “relitto” come insinuazione del dubbio e come sollecitazione poste dall’arte alla nostra intelligenza e coscienza, la moda sembra non aver finora risposto o, quantomeno, averlo fatto con timidezza e cautela. Perché in effetti il fenomeno della “spazzatura” o trash che dir si voglia, così centrale nelle proposte delle avanguardie novecentesche, rappresenta la perfetta antitesi dello spirito e del carattere della moda che risiedono invece nel glamour: vale a dire in tutto ciò che si dà come elegante, lussuoso e, soprattutto, effimero. Dunque non riciclabile. Il disgustoso, il repellente, il già usato non possono rientrare nei processi metabolici della moda, in quanto il funzionamento del suo “sistema” si basa sull’assunzione di tutto ciò che è innovativo, originale, di breve durata e, ancora e più di tutto, costoso. Ultimamente, anche di ciò che è iper-tecnologico, mentre il trash è per definizione e natura anti-tecnologico o, al massimo, sposa le tecnologie soft, a basso impatto ambientale.
Eppure, anche la moda – io credo – se vorrà mantenere inalterata e vitale la sua essenza, che è fatta della stessa vaporosa, inconsistente materia di cui son fatti i sogni e la fantasia, e non vorrà invece rischiare di trasformarla in quella cupa e soffocante dell’incubo, dovrà adattarsi alla nuova sensibilità ecologista-ambientalista specialmente diffusa tra i più giovani. Che sono spesso più saggi ed avveduti dei loro padri e madri, solitamente più condizionati dai richiami e dalle lusinghe del fashion-system che impone i suoi modelli con la perentorietà di un diktat inappellabile. Per cui, rispetto a tali modelli, si finisce per sentirsi sempre inadeguati, sempre con qualcosa di deficitario: mai sufficientemente belli/e o giovani, mai abbastanzi magri/e o semplicemente mai abbastanza ricchi/e per permetterci un guardaroba integralmente “griffato”.
La reazione augurabile non sarà allora quella di un più sano e democraticamente corretto “fai da te”, capace di reinventare liberamente modi e funzioni del vestire, mantenendo vivo e attivo quello spirito ludico – ironico ed incantato insieme – con cui da bambini si va a rovistare nei polverosi bauli della soffitta per trarne fuori vecchi stracci con i quali travestirsi da fate, maghi, principesse o cavalieri e reinventarsi così una diversa quanto meravigliosa e disalienata dimensione della propria esistenza e del mondo?
Prof. Livio Billo
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Comunicare in PANDORA


Quattro chiacchiere con Annalisa parlando di... Trash-On


Un gruppo di studenti al lavoroIncontriamo la Prof. Annalisa Spinelli, tutor del “Laboratorio delle tecniche di produzione” del Corso di Laurea in Cultura e Tecnologia della Moda (CTM) dell'Università di Padova, in un’aula brulicante di voci, resa ancor più vivace dal gran numero di oggetti colorati sparsi per la stanza. Siamo nel laboratorio all’interno del quale da circa due mesi i ragazzi del Corso di Laurea in CTM stanno dando vita alle loro realizzazioni Trash&Fashion.... in una parola “Trash-on”: quando il Trash diventa Fashion!
Annalisa segue e supporta con le sue competenze tecniche i ragazzi del corso: «Guidare un gruppo di persone alla realizzazione di un prototipo di un oggetto moda risulta molto difficile soprattutto quando queste hanno percorsi formativi diversi e a volte molto lontani dal sistema moda». A questo corso di Laurea, infatti, possono iscriversi studenti provenienti da tutte le scuole… ma forse è proprio questo uno dei punti di forza di questi lavori … ogni ragazzo porta all’interno del gruppo un modo di vedere e intendere la moda, differente e per questo originale. Lo scopo di questo progetto è infatti non tanto far acquisire competenze tecniche quanto piuttosto far riaffiorare la creatività di ogni studente e utilizzarla come competenza utile per una collezione-moda, realizzata con un percorso non convenzionale che valorizza oggetti e manufatti che ciascuno utilizza nella quotidianità. «Un modo per stimolare idee ma allo stesso tempo per vivere in modo un po’ più critico il quotidiano, il nostro “vivere moderno” causa spesso di danni per l’ambiente e, quindi, per noi stessi. Ho chiesto agli studenti di guardarsi intorno, di attingere dalla propria personale esperienza di consumatori e, ispirandosi a questo, pensare ad un prodotto moda frutto del riciclo e riutilizzo di materiali, lasciando in secondo piano l’aspetto funzionale dell’oggetto, laddove questo significava competenze specifiche e settoriali».
I risultati di questa fusione e rielaborazione personale tra moda e vivere quotidiano sono stati i più disparati: dal semplice capo di abbigliamento al total look, ispirati da uno stilista, da un personaggio dei fumetti, da elementi dell’ambiente naturale. Anche i materiali e le materie prime sono i più inusuali: reti da pesca, sacchi di iuta o di plastica,corde, lenzuola, plastica, alluminio, cannucce per bibite, scatole di sigarette, pellicole, ritagli di quotidiani o di fumetti, carte da imballaggi o da fioristi e tanto altro.
«…e, come facevano i grandi coutier, hanno modellato i loro capi direttamente su manichino, tagliando, stringendo, aggiungendo, incollando, cucendo tutto ciò che era necessario.
I diversi risultati si sono visti in itinere e a lavoro finito: c’è chi tra loro è rimasto nell’ambito del “classico”avendo cura di dare forma e stile nonostante le materie prime non tradizionali, chi invece ha giocato sulle stratificazioni dei materiali per raggiungere volumi e sinuosità. Borse, cappelli, gioielli tutto con materiali di “seconda mano” che riacquistano vita ma con sembianze assolutamente imprevedibili». E così le linguette di vecchie lattine usate sono “tessute” insieme in un ordito di acciaio e diventano una borsa luminosa che si accompagna al bianco lenzuolo dell’abito da sposa, le cannucce dai vari colori diventano la struttura di un corpetto, un vecchio tessuto la base su cui “applicare” le decorazioni “usate” dell’abito.
Un “laboratorio di esperienza” come ci spiega Annalisa, nato dalla voglia di far riflettere i ragazzi, anche grazie alla moda, sul proprio modo di vivere, sulle risorse che giornalmente sprechiamo e sulle “infinite vite” che un qualsiasi scarto se recuperato può incarnare.
Prima di salutare Annalisa, con il brusio dei ragazzi che continuano a lavorare sui loro manichini, le chiediamo se ritiene questa una prima esperienza da poter riprendere anche negli anni successivi… «certamente è fondamentale finalizzare un percorso di laboratorio alla realizzazione pratica e diventa senz’altro più stimolante per i discenti quando a questi, opportunamente guidati, viene data la possibilità di misurarsi in prima persona, assumendosi il ruolo ora di ideatore, ora di esecutore o di supervisore all’interno del gruppo/lavoro. Per una eventuale prossima edizione sarebbe opportuno scegliere dei punti di contatto tra i vari partecipanti e organizzatori per motivare maggiormente al valore socio/economico e etico del progetto».
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La lettera di… Perla sul Trash


Riceviamo e pubblichiamo molto volentieri la testimonianza di Perla, studentessa del primo anno del Corso di Laurea in Cultura e Tecnologia della Moda dell'Università di Padova.



«Trash, in italiano rifiuto, è tutto ciò che scarteremmo ed elimineremmo per i più svariati motivi. In un mondo dove ci si interroga sempre più sul problema dello smaltimento dell' immondizia, iniziative come questa potrebbero dare un contributo alternativo e soprattutto creativo alla questione. Ri-dare vita a quei rifiuti abbandonati sulla strada, a quegli scarti dimenticati in qualche angolo della nostra casa penso possa essere un originale modo per avviare una riflessione più ampia sul nostro stile di vita, sulle nostre abitudini e su come, nel piccolo, contribuire per affrontare un tema così vicino a tutti come quello delle immondizie.
Il gruppo di cui faccio parte sta lavorando su un' idea che coinvolge da vicino il mondo giovanile: una serata a tema "trash" in discoteca, in cui tutti potrebbero vestirsi di immondizie e scarti. Il nostro modellino ruota infatti attorno ad una figura femminile in cui convergono movimento e romanticismo, sneakers dallo spirito libero e tulle da ballerina, leggings provocanti e ritagli (scarti) di tessuti graffettatti insieme per formare il top. Di tutti i materiali che ci sono serviti a comporre il nostro modellino, nulla è stato comprato bensì abbiamo unito i nostri rifiuti ed è nato così "Dancefloor-Love”, corredato di una borsetta avente come base uno vecchio stuoino da spiaggia. Partecipare al progetto “Trash-on” è stato molto interessante e mi ha permesso di lavorare in modo pratico ai fini di ciò che stiamo studiando dandomi oltretutto l’occasione di riflettere su una tematica importante, quale quella del trash - rifiuto. Considerando l’attualità del tema penso che possa essere interessante riproporre l’esperienza i prossimi anni in modo da permettere anche ad altri studenti di riflettere e confrontarsi su questo tema e allo stesso tempo dare libertà alla propria fantasia per pensare qualcosa di bello da poter realizzare con i propri rifiuti. Alla fine si potrebbe ottenere un risultato interessante… come una sorta di evoluzione della moda-trash
».


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Nuovi sondaggi


E’ partita la nuova raccolta differenziata a Venezia centro storico, come riportato nell’articolo si tratta di una raccolta effettuata porta a porta in giornate differenti per tre tipologie di materiale. Attualmente i sestieri coinvolti sono quello di Dorsoduro e quello di S. Marco, ma l’idea è quella di arrivare a coinvolgere tutto il centro storico.


Cosa pensi della nuova raccolta differenziata porta a porta a Venezia?
Vai al sondaggio!


Idee per nuovi sondaggi? Avete un argomento che vi sta a cuore? Proponete alla redazione un sondaggio, sarà pubblicato in “Pandora Newsletter”! Scrivete a: info@feempandora.it


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In evidenza


Abbiamo letto per voi


AA.VV.
TRASH.EDU
Manuale antispreco per trasformare i rifiuti in ricchezza
Edizioni Lupetti


Con questo libro potete imparare a riconoscere, separare, e trasformare i rifiuti in ricchezza e guardare il mondo con occhi diversi. Pensate che tutti i rifiuti siano uguali? Che la fine di un materiale sia la pattumiera di casa vostra? Sbagliato! Entrate nel mondo dei rifiuti! Scoprirete la storia, la fisica e la chimica nelle vostre pattumiere attraverso prove ed esperimenti. Capirete come e perché un materiale si adatta alle nostre esigenze e poi diventa rifiuto. Conoscerete il suo impatto ambientale. Scoprirete le regole del riuso, della raccolta differenziata e del riciclo.
http://www.lupetti.com/

Giulio Mozzi, Mauro Pianesi (a cura di)
SPAZZATURA! RACCONTI DEL RIFIUTO E DEL RICICLO
Edizioni Fernandel

Prendete una ventina di persone che hanno voglia di imparare a raccontare storie. Portatele in una discarica. Dite loro: «Di che cosa parla la letteratura? La letteratura parla del mondo. E che cosa è il mondo? Il mondo è una gigantesca macchina per riciclare la vita. Tutto ciò che vive, vive per morire e trasformarsi, modificandosi, in nuova vita. Guardatevi intorno, e raccontate». Questo è più o meno ciò che è accaduto nel novembre del 2004 nel corso di un laboratorio di scrittura organizzato nell’ambito del festival UmbriaLibri, condotto da Giulio Mozzi e sponsorizzato dalla società Gesenu (Gestione Servizi di Nettezza Urbana) di Perugia. I racconti raccolti in questo libro sono il risultato di quel laboratorio.
http://www.fernandel.it/


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Abbiamo "navigato" per voi


Rifiuti preziosi: Ciò che resta è arte
http://www.quadrifoglio.org/rifiutipreziosi/


Spesso pensiamo che la vita delle cose termini nel momento in cui ce ne liberiamo e non ci rendiamo conto che gli oggetti possono ritrovare, tramite la raccolta differenziata e il riciclo, una nuova esistenza. È dunque la rinascita il tema della mostra Rifiuti Preziosi. Nobilitati dall’interpretazione creativa che sovverte la loro storia passata e dall’intuizione di nuovi stupefacenti significati, i rifiuti acquistano un linguaggio espressivo universale e si trasformano in opere d’arte destinate a restare nel tempo.
In mostra presso Strozzina, Palazzo Strozzi – Firenze dal 10 maggio al 30 giugno 2006.


Museo “A come Ambiente”
http://www.museoambiente.org/


Il museo “A come Ambiente” è diviso in quattro sezioni di educazione e informazione sui principali temi ambientali. Si rivolge principalmente alle scuole e alle famiglie, ma anche al pubblico generico di qualunque età, nello sforzo di creare una cultura ambientale condivisa e diffusa, nuovi comportamenti individuali e collettivi nel rispetto della natura. Al primo piano vi è la sezione "R come Rifiuti" in cui attraverso percorsi giocosi si approfondisce il tema della spazzatura e su come si smaltisce.


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