News di Pandora

>>ARCHIVIO NEWS<<

Ultima foto inviata

Ultima Foto Inviata
Autore: ENZO PEDROCCO

Alcune pagine di questo sito contengono delle animazioni in Flash.
Per scaricare il plug-in (gratuito) usa il seguente link:
Macromedia


Sei in:
  1. Home Page[http://www.feem-project.net/pandora/index.php]
  2. Informarsi[http://www.feem-project.net/pandora/scheda.php?ids=1]
  3. Archivio News

Archivio News

15/01/2005 - Tutto sommato, i veneziani sono affezionati alle loro pantegane

Tratto da il Gazzettino del 15 gennaio 2005 - pag IV

Tutto sommato, i veneziani sono affezionati alle loro pantegane. Almeno questo appare dalla chiacchierata al bar pasticceria "Cazzetta" di Cannaregio. Innanzi ad una città invasa dai topi, gli avventori sembrano voler ridurre il problema, forse per rispetto nei confronti di questo antico e primo popolo della laguna.
"Una volta a Venezia c'erano ben più pantegane - afferma Pino Vatova - quelle che si vedono adesso sono il frutto degli sfratti dalle loro tane per colpa dei tanti lavori in città; inoltre ci sono ormai pochissimi gatti randagi. Ricordo che un tempo passava l'incaricato del Comune con una mezza tanica piena di bocconi avvelenati, chiedendo in giro chi aveva bisogno della deratizzazione. Ora bisogna telefonare all'Asl ed il servizio è a pagamento, perché effettuato da ditte appaltate, con personale specializzato. Se si ritiene che le pantegane siano un problema cittadino, se ne deve occupare il Comune, senza demandarlo ai residenti ed alle loro tasche." "Io lavoro di notte - prosegue un altro cliente - ormai i topi mi conoscono e vengono a chiedermi il cibo. Così è andata che mantengo una famigliola di pantegane e conosco padri, figli e figli dei figli."

"Abbiamo a che fare con una razza animale molto intelligente - conclude Pino - capace di adattarsi alle situazioni ed ai cambiamenti. Non capisco perché debbano fare così ribrezzo; io li trovo simpatici, un popolo con cui convivere. Certo il loro numero dev'essere controllato, anche attraverso la pulizia della città: evitare innanzitutto i sacchetti e le immondizie notturne nei campi e fra le calli, ottime esche perché i topi escano dai canali come marmotte e se ne vadano in giro indisturbati per il centro storico."

News correlata a: [ Qualità della Vita ]

 

15/01/2005 - Il termine scientifico è Rattus Norvegicus

Tratto da il Gazzettino del 15 gennaio 2005 - pag. IV

Il termine scientifico è Rattus Norvegicus. Più comunemente è conosciuta come "pantegana". A parte questo, qualsiasi sia il nome con cui si vuole definirla la sostanza non cambia: la pantegana è il "terrore" dei venezia ni. Non solo perchè la vista del diffuso roditore non è sicuramente gradita all'occhio, ma anche perchè i rischi sono quelli di contrarre malattie come la leptospirosi, il colera, il tifo murino, la salmonellosi e la peste.Il fenomeno di espansione dei ratti di fogna ha preso piede a Fondamente Nove da qualche anno a questa parte, da quando, cioè, si è assistito a un esponenziale moltiplicarsi di colonie di ratti. Ben distinguibili al mattino presto, verso le 5, o alla sera, dopo le 22 perchè, come risaputo, la loro vista è ridotta e adatta al buio. Il grave è che la zona di Fondamente Nove ne è letteralmente invasa. Grosse e indomite pantegane scorrazzano lungo la fondamenta, all'interno e all'esterno degli attracchi Actv, sulle passerelle dei pontili, sui gradini delle scalinata marmorea, si arrampicano agilmente sulle reti dei cestini dei rifiuti alla ricerca di cibo. «Non sono pantegane, sono veri e propri gatti» è il commento immediato di chi è solito prendere un mezzo Actv la sera. In particolare verso Murano, perchè il pontile è un viavai di roditori. «Forse hanno qualche parente a Murano e prima o poi le vedremo salire su un vaporetto...».La frase buttata là per scherzo da qualche giovane è sintomo invece che i roditori si stanno abituando all'uomo, mentre una volta bastava battere il piede per terra perchè scappassero intimorite. Oggi la presenza dei ratti si spinge anche all'interno dei pontili galleggianti, tanto che non capita di rado, soprattutto in estate, di assistere a scene di improvvisi fuggifuggi generali. E dalle attività commerciali della zona scaturiscono aneddoti e qualche constatazione: che la fondamenta sta crollando (l'intervento da parte del Consorzio Venezia Nuova sul tratto non partirà prima della fine del 2006) e che ci sono pochi cestini per la raccolta dei rifiuti, i quali ogni domenica traboccano di rifiuti (ma Vesta ricorda che per tutta Venezia ne sono sparsi un migliaio).Il titolare dell'edicola all'angolo spiega che bisogna stare attenti a non lasciare scatole per terra oppure usare l'accortezza di dare un calcio alle scatole prima di raccoglierle. Nei bar della zona gli addetti ai lavori suggeriscono una raccolta delle immondizie anche nei giorni festivi, considerata l'entità del problema. Abituati ai roditori anche i dipendenti di Actv, che incontrano i ratti dall'alba alla notte, in qualsiasi stagione. «Se non ci fossero sarebbe meglio» afferma un pilota che racconta di come le pantegane si arrampichino sui cestini alla ricerca di cibo, oppure di quando un operatore ecologico, spazzando i rifiuti vicino a un cestino, si sia trovato con un ratto che correva su per il manico della scopa. Racconti da brividi. Come quando si diceva che per ogni abitante ci fossero sette ratti. Ma oggi forse sarebbe più corretto capovolgere la frase e dire che ogni sette ratti c'è (forse) un abitante.
News correlata a: [ Qualità della Vita ]

 

15/01/2005 - Il "bisognino" di Fido insudicia calli e campi

Tratto da il Gazzettino del 15 Gennaio 2005 - pag. IV

Su una cosa sono tutti d'accordo: è una questione di buona educazione e civiltà. Proprio per questo la soluzione del problema è estremamente difficile. Può sembrare quasi una banalità, ma per chi ogni giorno è costretto a stare attento a dove mette i piedi e deve fare le gimkane tra gli escrementi dei cani per non rovinarsi le scarpe (nella migliore delle ipotesi) ma anche per evitare di prendere una brutta caduta (come è avvenuto esattamente un anno fa ad una signora venezia na di 69 anni che ci ha rimesso femore e polso), non c'è proprio nulla da ridere. La battaglia contro i "ricordini" lasciati impunemente dai cani (o, meglio, dai loro padroni), nelle calli e nei campi della città lagunare,è un problema serio. Nell'ultimo periodo, poi, la situazione è peggiorata. Lo testioniano le numerose segnalazioni che giungono in redazione. Telefonate di cittadini esasperati che denunciano il degrado in molte zone, da Campo della Maddalena a Sant'Aponal, da San Marco al Rialto fino a a San Bartolomeo. Qualche volta sono i negozianti che, esausti, si occupano personalmente della pulizia. A Venezia c'è un cane ogni 8 abitanti. Facendo due calcoli sono circa 7500. Qualche tempo fa fu proposta una tassa ai possessori di animali con cui finanziare il servizio di pulizia degli escrementi. Ipotesi immediatamente bocciata. Ma se non ci pensa il padrone a rimuovere il "bisognino", chi deve farlo?
«I nostri operatori - fanno sapere dalla Vesta - non portano via gli escrementi né buttano la segatura. E' chiaro che in alcuni casi li raccolgono, ma soltanto se sono già secchi. A essere sporcate sono soprattutto le calli più isolate, più nascoste, dove le persone portano gli animali e poi spariscono».
E i vigili urbani? Forse non tutti sanno che esiste uno specifico Regolamento comunale che prevede una multa dai 70 euro in su per chi non si ferma a raccogliere gli escrementi.Il fatto è - spiegano dalla polizia municipale - che sorprendere in flagrante i padroni dei cani proprio nel momento in cui i loro amici a quattro zampe lordano le strade è quasi impossibile a meno che non ci sia una pattuglia sempre impegnata in questo particolare servizio. Una cosa piuttosto improbabile, considerando la mole di lavoro e il personale a disposizione. Nel 2004 la sezione di polizia urbana dei vigili ha elevato una decina di contravvenzioni, la stragrande maggioranza delle quali nel centro storico. Sono numerose le proteste dei residenti che arrivano in Comando.
News correlata a: [ Qualità della Vita ] [ Rifiuti ] [ Inquinamento ]

 

15/01/2005 - Esplode la tubatura: acqua e fango a San Lio

Tratto da il Gazzettino del 15 Gennaio 2005

Scoppia un tubatura, acqua alta a San Lio. Attimi di panico ieri in calle al ponte di Sant'Antonio: verso le 12.20 un rivolo di acqua ha fatto capolino tra i masegni. Nessuna delle tre persone che passavano in quel momento ci ha fatto caso. Dopo pochi secondi però alcuni masegni del selciato si sono sollevati, spinti da quello che sembrava un vero torrente in piena. Le tre persone sono corse a ripararsi sulle scale di un ufficio situato a fianco della farmacia "Al pellegrino", mentre farmacista e commercianti hanno cercato di fermare in tutti i modi l'allagamento improvviso delle loro attività. L'acqua ha invaso velocissimamente la calle, i negozi della zona, campo San Lio, ed è corsa, trascinando con sè fango e pantegane, spingendosi fino al Ponte delle Paste da un lato, campo della Fava dall'altro. Quindi è scesa lungo San Lio fino a Calle del Paradiso.
Immediato l'intervento dei vigili del fuoco e della polizia municipale che hanno transennato la zona, dirottando il traffico. Sono occorsi però quarantacinque minuti agli operatori Vesta della rete idrica veneziana per riuscire a fermare l'acqua, chiudendo le tubature a San Bartolomeo, e causando necessariamente disagio ai residenti nell'area prospiciente il campo, rimasti fino alle 19.50 a secco. Il lavoro è proseguito senza sosta: la tubatura di ghisa rotta, assai vecchiotta, era collocata in profondità. Discreti disagi e danni anche ai negozianti: oltre all'acqua nei negozi è entrata una gran quantità di fango ed è stato necessario l'utilizzo di badili e carriole per pulire. Sul posto anche dei tecnici dell'Italgas per verificare eventuali danni alle tubature del gas.
Il traffico nell'area della Calle al Ponte di Sant'Antonio è rimasto interrotto fino a quasi le ore 20. Solo la farmacia dei dottori Mantoan, con la collaborazione della polizia municipale, ha garantito il suo servizio di consegna di farmaci già prenotati.
News correlata a: [ Qualità della Vita ]

 

15/01/2005 - Referendum chimica, oggi raccolta di firme

Tratto da Il Gazzettino del 15 gennaio 2005 - pag. IX

Questa mattina gli attivisti dell'assemblea permanente contro il Rischio chimico di Marghera saranno presenti con dei tavoli di raccolta firme in vari posti in città, per promuovere un referendum sulla chimica: oltre le solite postazioni in Piazza Marghera e Mestre, presso Coin (a cura del Wwf) e davanti al supermercato Coop di via S.Dona/via Montenero, ci saranno postazioni anche a Rialto (a cura di GreenPeace) e in campo Santa Margherita a Venezia (a cura dell'Assemblea Permanente contro il rischio Chimico.
I promotori hanno allegato alla petizione una lettera aperta ai cittadini del Comune, in cui si considerano i fatti - come scrivono - dopo il gravissimo incidente del 2002 in cui si verificò un principio d'incendio che poteva causare un'ecatombe a causa della vicinanza del fosgene. «Ad una azienda che ha dimostrato di commettere errori così gravi, mettendo più volte a repentaglio la vita di migliaia di persone - proseguono - è stata data da subito fiducia, e, costretta dai fatti e solo dopo l'incidente, come unico segnale ha ripreso il discorso della sostituzione del Fosgene; ma è a tutti evidente che l'abbandono di questo pesante gas letale, già promesso nel passato, non è mai stato realmente perseguito. Anche ammesso che ora ci fosse la volontà di cambiarlo, la semplice presenza di un piccolo impianto pilota in laboratorio prevederà tempi lunghissimi per l'applicazione a regime nella realtà produttiva (esperti del settore parlano inconfutabilmente di almeno un decennio)».
L'assemblea si chiede come mai il nuovo impianto richiesto pur presentato come esemplare per ecocompatibilità con pochissime modifiche era stato bocciato nella precedente Valutazione di Impatto Ambientale Nazionale proprio per motivi di inquinamento e sicurezza, e come mai la commissione che lo aveva bocciato è stata esautorata e cambiata nel momento stesso in cui si accingeva a rendere pubblica tale bocciatura.
«Invitiamo i lavoratori ad essere un po' più diffidenti verso chi fa la voce grossa dicendo di difendere i loro interessi: comincino a chiedersi quanto costoro siano realmente interessati alla loro vita». Senza contare che tra non oltre tre anni leggi europee imporranno l'eliminazione di questi pericolosi prodotti chimici e l'argomento dei posti di lavoro diventa poco insostenibile con anziende "che, promettendo bonifiche ed investimenti, di fatto sembra cerchino solo di tirare più avanti possibile lo sfruttamento di impianti vecchi o alla meglio rimodernati strappando permessi, a nostro rischio". Secondo l'Assemblea il referendum va inteso come strumento per cercare di imporre ad amministratori, sindacati, aziende ed esperti un immediato e serio dibattito che porti ad una soluzione ragionata, ad un concreto progetto programmato e credibile, fatto di investimenti e riconversioni che prevedano di concerto un intervento economico di tutti i soggetti implicati, compresa l'Europa.
News correlata a: [ Inquinamento ]

 

1  2  3  4  5  6  7  8  9  10  11  12  13  14  15  16  17  18  19  20  21  22  23  24  25  26  27  28  29  30  31  32  33  34  35  36  37  38  39  40  41  42  43  44  45  46  47  48  49  50  51  52  53  54  55  56  57  58  59  60  61  62  63  64  65  66  67  68  69  70  71 
News nell'Archivio: 352