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18/01/2005 - Piano degli arenili, ecco come cambia il Lido

Tratto da "il Gazzettino" del 18 gennaio 2005 - pag VI

Entro la prossima stagione balneare il Lido avrà il suo piano particolareggiato degli arenili. Il documento è già stato adottato dalla giunta comunale di Ca' Farsetti, nell'ottobre dello scorso anno. Scaduti i tempi, previsti dalla legge, per operare eventuali osservazioni, ora rimangono le controdeduzioni. L'iter burocratico dello strumento urbanistico prevede un primo passaggio nel consiglio della municipalità, presumibilmente entro la fine di gennaio, e quindi l'approvazione in consiglio comunale entro il 15 febbraio. Tra meno di un mese, quindi, il piano particolareggiato degli arenili al Lido entrerà in vigore. Ci sono voluti quasi tre anni di preparativi, per arrivare a questa svolta. Un percorso avviato quando, ancora nel 2002, il testo unico regionale trasferiva alle amministrazioni comunali i compiti in precedenza attribuiti a Demanio e Capitaneria di porto in materia di concessioni balneari.
L'elaborazione del piano ha coinvolto l'assessorato all'urbanistica condotto da Guido Zordan. Il lavoro è stato coordinato, in prima linea, dall'architetto Giorgio Pilla, responsabile del procedimento e co-progettista, e l'architetto Monica Caiselli.«Non si è trattato - sottolinea l'architetto Pilla - di un semplice trasferimento di competenze, ma questo passaggio ha avuto una rielaborazione. Ad esempio le cartine e la documentazione da parte della Capitaneria di Porto erano datate, e necessitavano di un aggiornamento per trovare completa rispondenza nella realtà. Per questo ci siamo avvalsi di un volo sopra il Lido, svolto nel settembre 2003, per fotografare la situazione e produrre una documentazione aggiornata, nonchè di diverse consulenze di tecnici ambientali». La documentazione aggiornata è arrivata, dopo tutti questi rilievi, nel marzo 2004. Ci sono voluti altri sei mesi di lavoro ed ecco il piano. «Nel frattempo - prosegue il responsabile del procedimento - le concessioni sono state prolungate, con l'impegno, da parte dei concessionari, una volta "partorito" il piano, di adeguarsi».La filosofia è semplice: «Una tutela naturalistica delle zone di maggior pregio - spiega l'architetto Pilla - compreso il cordone dunale, e un adeguamento degli stabilimenti, ad esempio negli accessi ai disabili e nelle strutture». Per quanto riguarda la salvaguardia della storicità delle capanne, «abbiamo - dice l'estensore del piano - richiesto una deroga regionale. Secondo il testo unico, infatti, le capanne del Lido andrebbero tutte abbattute. La legge, infatti, prevederebbe esclusivamente camerini e ombrelloni, non capanne così ampie. Abbiamo però dimostrato alla Regione come ci sia un elemento di storicità nelle capanne lidensi che deve essere mantenuto e che non ha paragoni con altre località balneari. Le nuove norme, poi, prevedrebbero corridoi di arenile libero ogni 200 metri. Questo al Lido è impossibile se non attraverso una drastica riduzione del numero di capanne. Quindi abbiamo pensato di prevedere più accessi di spiaggia libera con un regolamento che andrà stabilito successivamente tra Comune di Venezia e concessionari».

 

18/01/2005 - I sottoservizi di Venezia

Tratto da "Il Gazzettino" del 18 gennaio 2005 - pag III

In questi ultimi mesi si sono verificati in centro storico più episodi che hanno avuto a che fare con i sottoservizi: tubazioni del gas e dell'acqua, vampate di fuoco ed altrettanto improvvisi allagamenti. Se ne chiacchiera al bar "Pier Dikens Inn" di campo Santa Margherita. «Mi sembra che la situazione dei sottoservizi a Venezia - commenta Giampaolo Tacchia - sia nella media, anzi piuttosto buona se messa a confronto con altre realtà italiane. Credo che gli avvenimenti dell'incendio vicino alle "Do Spade", o gli allagamenti al ponte del Soccorso e in campo San Lio siano coincidenze e fatalità e non vadano a rappresentare lo stato generale dei nostri sottoservizi. Certo, una continua manutenzione ed il controllo ci farebbero stare tutti più tranquilli. Forse può capitare che, se arriva poca acqua ai piani superiori, Vesta decida di aumentare la pressione, magari causando danni là dove le condutture sono più deboli».«Non sono specializzato in condutture - aggiunge - ma, ripeto, la mia impressione, anche sentendo i discorsi in giro, non è negativa. Anzi, dovrei fare un plauso ai tecnici, perchè ho osservato che gli interventi per le riparazioni avvengono in tempi molto rapidi. L'unico disappunto riguarda i tanti lavori di rifacimento e di restauro in città: spesso per sostituire o mettere a norma un servizio, ne rompono un altro. Mi chiedo se esista una planimetria completa di tutti i sottoservizi del centro storico e se venga distribuita a chiunque metta su un cantiere».
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18/01/2005 - «Si fermi il metrò sublagunare»

Tratto da "Il Gazzettino" del 18 gennaio 2005 - pag. IV

Con l'ennesima interrogazione al sindaco e agli assessori competenti, i consiglieri Flavio Dal Corso (Verdi) e Sandro Bergantin (Città Nuova) ieri hanno risollevato nuovamente il tema del mancato coinvolgimento del consiglio comunale sul progetto della metropolitana sublagunare, che proprio oggi è all'ordine del giorno della Commissione di Salvaguardia, chiedendo che l'iter del progetto venga interrotto.
I due consiglieri hanno ricordato che da tempo si richiede la valutazione del consiglio su tutti gli aspetti del progetto, tra i quali il piano economico gestionale (per evitare ricadute negative sui bilanci Actv e del Comune) e la comparazione di alternative al sistema, mentre invece è in corso in Regione la Valutazione di impatto ambientale e gli assessori interessati continuano a dare per approvato da parte del Comune il progetto, dato che esso è stato inserito nel Piano triennale 2002 - 2004. «Una voce a importo zero - hanno accusato Bergantin e Dal Corso - e senza alcun allegato che riportasse il progetto preliminare».
Al sindaco i due consiglieri hanno poi chiesto quando il consiglio avrebbe approvato il progetto preliminare dell'opera, la convenzione con l'Actv, l'accordo di programma o la Conferenza dei servizi con la Save e col Demanio, e quando avrebbe approvato le varianti urbanistiche, con la previsione del collegamento sublagunare.
Al progetto, dunque, mancano diversi tasselli sostanziali e formali, ma nonostante ciò la Commissione di Salvaguardia è chiamata forse già oggi a dare il suo parere con una procedura che nella loro interrogazione Bergantin e Dal Corso hanno definito «accelerata e alquanto anomala».
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18/01/2005 - Conduttura sublagunare: discordanze sui tempi di realizzazione

Tratto da "Il Gazzettino" del 18 Gennaio 2005 - pag. VII

CHIOGGIA - Il megatubo che collegherà gli acquedotti di Venezia e Chioggia. Si tratta di un'impresa colossale. Sul punto nessuno obietta. Di recente invece si sono accese le polemiche sui tempi di attuazione di quest'opera. Col presidente dell'Asp di Chioggia, Salvagno, che ha rivendicato tra i meriti della propria azienda l'aver completato da tempo le vasche di accumulo mentre mancherebbero da posare ancora cinque chilometri della condotta. "La Regione - sostiene Tesserin - sul punto non c'entra. La Regione ha solo finanziato l'opera affidando ai due Comuni, di Venezia e Chioggia, che poi si sono avvalsi della proprie aziende di servizi pubblici, la fase operativa. Che ora ci vengano a dire che manca questo, che non c'è il sistema per il telecontrollo sorprende assai. In pratica ci viene riferito che non hanno ancora fatto i lavori che si sono impegnati ad eseguire". Per la Cdl l'Asp di Chioggia rappresenta comunque qualcosa di singolare: un'azienda emanazione del Comune, ora spa, nel cui Consiglio d'Amministrazione la minoranza consiliare non ha alcun rappresentante "con l'impossibilità - afferma Tesserin - di qualsiasi forma di controllo. Eppure di cose da chiarire non ne mancano. Intanto il fatto che l'utenza di Chioggia paga di Tia le aliquote più alte del Veneto e questo nonostante gli accertamenti eseguiti abbiano comportato entrate maggiori per il Comune finché s'è trattato di Tarsu ed ora anche per l'Asp. Perché a fronte di maggiori entrate non si parla di abbassare le aliquote come era stato promesso?"

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17/01/2005 - Lotta allo Smog

Tratto da "Il Gazzettino" del 17 Gennaio 2005

Oggi può essere una giornata decisiva per la lotta all'inquinamento atmosferico causato dal traffico. La Provincia ha infatti convocato il Tavolo tecnico zonale, attorno al quale sono stati invitati tutti i 44 comuni veneziani, oltre ai responsabili e tecnici regionali dell'Arpav. Si discuterà di come affrontare globalmente il problema smog, dopo che nei primi 16 giorni del 2005 i livelli del Pm10 sono stati continuamente superati, rendendo pessima la qualità dell'aria. La Provincia in particolare solleciterà i Comuni a predisporre entro fine marzo i piani antinquinamento, ma nell'immediato proporrà soluzioni d'urgenza: targhe alterne subito negli 8 Comuni di fascia A (Venezia, Spinea, Mirano, Mira, San Donà, Portogruaro, Jesolo e Chioggia), bollino blu e altri interventi sulla viabilità. Possibilii targhe alterne sul Terraglio e lungo tutta via Miranese da Mestre fino a Mirano.
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