News di Pandora

>>ARCHIVIO NEWS<<

Ultima foto inviata

Ultima Foto Inviata
Autore: ENZO PEDROCCO

Alcune pagine di questo sito contengono delle animazioni in Flash.
Per scaricare il plug-in (gratuito) usa il seguente link:
Macromedia


Sei in:
  1. Home Page[http://www.feem-project.net/pandora/index.php]
  2. Informarsi[http://www.feem-project.net/pandora/scheda.php?ids=1]
  3. Archivio News

Archivio News

30/10/2007 - «No a nuove regole, basterebbe rispettare quelle esistenti»

Tratto da "Il Gazzettino" del 30/10/2007

«Ogni volta che c'è un incontro con le istituzioni, faccio presente che tutti hanno abbassato l'attenzione alla guida. È questo il nuovo problema da risolvere».
Giovanni Grandesso è il presidente dei trasportatori conto terzi della Confartigianato e questa situazione la vive da un osservatorio privilegiato, dovendo percorrere canali interni ed esterni più volte al giorno.
«È terribile - commenta - dover piangere due o tre morti l'anno per incidenti nautici che quasi sempre potrebbero essere evitati. I motori, e non mi riferisco solo ai barchini ma a tutte le imbarcazioni, sono molto più potenti di una volta e chi è al timone tende a trascurare la sicurezza. Il Codice della navigazione si basa tutto sulle precedenze, ma con i motori potenti si è sempre convinti di farcela. Ma non è così, perché in mare l'imprevisto è dietro l'angolo. Noi trasportatori, ad esempio, ci troviamo spesso con barchette che ci passano sotto prua con manovre azzardate solo per il solo fatto che sono molto più veloci di un moto topo. E se prendono un sacchetto di plastica sull'elica, cosa succede? No, più a nuove regole, basterebbe che le persone rispettassero quelle già esistenti».
Il segretario della Cgia veneziana, Gianni De Checchi, sposa in parte la linea del vicesindaco Michele Vianello, il quale sostiene che la sicurezza del traffico acqueo diminuisce all'aumentare delle barche in circolazione.
«Prima o poi - sostiene De Checchi - bisognerà porsi il problema che in laguna non può navigare un numero infinito di barche. Mentre gli operatori del trasporto conto terzi sono gli stessi da 10 anni a questa parte, è aumentato a dismisura il numero di tutti gli altri (conto proprio, promiscuo, noleggio, uso privato). È un dato di fatto inconfutabile e l'aumento del traffico è la condizione che aumenta il rischio di incidenti. Gli operatori professionali in questo proprio non c'entrano».
Per De Checchi, sostenendo la causa dei suoi, la soluzione sta nella limitazione del trasporto conto proprio affidandosi a chi questo lo fa di mestiere.
«Bisogna diminuire la pressione del traffico - conclude - perché ormai l'uso tradizionale della barca a Venezia non credo sia più tanto compatibile con il numero di soggetti che girano tutti i giorni. Il trasporto professionale evita proprio il proliferare del trasporto conto proprio. Inoltre, i nostri sono soggetti a più controlli di ogni altro e quindi più attenti alla sicurezza. Ogni settimana subiamo decine di controlli da parte dei vigili, mentre una parte consistente del traffico è convinta di vagare in mezzo all'oceano dove non si incrocia nessuno».
Michele Fullin


 

28/10/2007 - L'antica usanza di far partecipare i veneziano alla vita della città

Tratto da "Il Gazzettino" del 28/10/2007

La Boca de le denunzie ai Savi, organizzata dall'associazione "Venezia & Venice" in collaborazione con Il Gazzettino, è giunta alla terza stagione. La Boca continua a essere posta all'esterno dell'osteria Sora el Ponte al ponte delle Beccarie a Rialto, per raccogliere i messaggi, ma "Venezia & Venice" anche quest'anno la porterà nei vari sestieri del centro storico ogniqualvolta i cittadini lo richiederanno, telefonando ogni giovedì, dalle 17 alle 19, al numero 334/8226499. I messaggi si possono lasciare anche alla segreteria telefonica, all'indirizzo mail indicati in basso a sinistra, oppure consegnarli a mano al quartier generale della Boca, allo Sportello Laguna in salizada San Stae, di fronte all'imbarcadero di San Stae. La Boca riprende un'antica usanza del Cinquecento, quando i veneziani depositavano lagnanze, lamentele e consigli all'ammministrazione.


 

27/10/2007 - Dramma in laguna, muore a 19 anni in uno scontro tra barche

Tratto da "Il Gazzettino" del 27/10/2007

Un giovane è morto in un incidente nautico avvenuto ieri alle Fondamente Nuove, proprio di fronte all'isola di Murano. Ieri, attorno alle 15.30, Endrius Michieli, 19 anni, di Burano, ha perso la vita in seguito ad un violento impatto tra il suo "cofano", una piccola barca lagunare, e una bettolina in acciaio che trasportava carburante. Il giovane, che viaggiava a bordo di un "cofano" grigio dotato di un motore da 40 cavalli, è finito in acqua ed è morto, mentre il barchino, rimasto senza controllo, ha proseguito la sua corsa, come impazzito, continuando a girare su se stesso.
La polizia, intervenuta con due motoscafi sul posto, ha avviato tutti gli accertamenti necessari per stabilire se vi siano state negligenze oppure se le imbarcazioni avessero superato i limiti di velocità. Stando ai primi accertamenti pare che il "cofano" stesse provenendo da Murano quando, probabilmente per le cattive condizioni meteorologiche, caratterizzate da vento e pioggia battente, ad un certo punto è stato colpito alla fiancata destra da una bettolina edile da poco uscita da un vicino canale. L'urto è stato violentissimo e il conducente del barchino è caduto in acqua, probabilmente già agonizzante. Nei prossimi giorni sarà l'autopsia a dover stabilire le cause esatte della morte. Sono stati attimi drammatici. Proprio in quell'istante nella zona stava transitando un'imbarcazione della Croce Verde: il pilota si è tolto i vestiti e si è tuffato in acqua, nel tentativo di prestare soccorso alla vittima. Un gesto coraggioso, ma purtroppo inutile. Il conducente del "cofano", infatti, era già deceduto ed è rapidamente scomparso nell'acqua gelida. Immediatamente è stato dato l'allarme e sul posto sono intervenuti gli agenti della Volante, i carabinieri del Nucleo natanti, i vigili urbani e due ambulanze del Suem. I vigili urbani hanno impartito le prime disposizioni, bloccando di fatto il transito dei mezzi pubblici e chiudendo l'imbarcadero delle Fondamente Nuove in attesa che l'intervento dei soccorritori proseguisse senza intralci. Sono stati i Vigili del fuoco, giunti sul posto insieme ai sommozzatori, a recuperare poco più tardi il corpo privo di vita dello sfortunato ragazzo, che faceva il pescatore. La famiglia, composta oltre che dei genitori di altri due fratelli, possiede infatti dei vivai di vongole.
Sono subito scoppiate le polemiche, perché sempre più spesso certi canali di Venezia, specie quelli esterni al centro, sono vere e proprie autostrade d'acqua. «C'è poco da stupirsi che ci sia scappato il morto», è sbottato ieri Massimo De Marchi, titolare dell'edicola di Fondamente Nove che si trova proprio di fronte al luogo dell'incidente. Quel tratto di canale è un vero far west della laguna. Ragazzini che corrono a velocità molto elevate, con motori sempre più potenti. E poi taxi acquei, imbarcazioni da trasporto, natanti di ogni genere. Tutti senza controllo. Perchè quel tratto di acqua di competenza del Magistrato alle Acque porta a correre. Verso il Lido, verso Tessera. Tutti vanno troppo veloci.
«Ne ho viste di ogni genere - continua De Marchi -. E' una giungla, una corsa all'inseguimento. E poi tanta gente non guida in condizioni adatte».«Vale ciò che ripeto da tempo: sulla laguna il codice della navigazione non basta, bisogna applicare quello della strada. Al di là dei soliti appelli, che come si vede non servono a nulla, questa sarebbe la prima cosa da fare». Il vicesindaco e responsabile al traffico acqueo, Michele Vianello, appena saputo del tragico scontro in laguna, non ha nascosto la rabbia. Il suo pensiero è andato all'altro incidente mortale di quest'estate, quando un altro giovane in barca perse la vita. Fu in quell'occasione che il sindaco rivolse un appello anche ai genitori, perché sensibilizzassero i loro figli. «E ci fu anche chi si offese. La verità è che questi appelli non servono praticamente a nulla - ha commentato con amarezza Vianello -. Qui c'è un problema tragico, chi va in barca non pensa di poter morire. Invece accade, e le sanzioni devono essere commisurate a questa realtà. Ecco perché dico che dobbiamo applicare il codice della strada in laguna».
«Il vero problema sono le barche leggere - conclude Vianello -, con i motori potenti, messe in mano a dei ragazzini. É come dare loro un'arma mortale, poi non possiamo scandalizzarci se capita la tragedia. Ma qui tocchiamo un problema nazionale, quello dei motori con troppi cavalli che è possibile condurre anche senza patente. Ma obiettivamente è difficile incidere sulla lobby dei produttori di motori».


 

26/10/2007 - Una strada per bici fino a Venezia

Tratto da "Il Gazzettino" del 26/10/2007

Tredici milioni di euro sono stati messi a bilancio per i prossimi dieci anni da Asm, l'Azienda Servizi Mobilità del Comune di Venezia, per la realizzazione di nuove piste ciclabili a Mestre; ed è stata deliberata la realizzazione di tre nuovi percorsi ciclabili mentre altrettanti sono in progetto. Tra i progetti futuribili si torna a parlare di ponte ciclabile translaguna re che permetterebbe di partire dalla Terraferma e arrivare in bici a Venezia. "Il progetto BiciPlan prevede, una volta completata la sua prima fase, circa 100 chilometri di pista ciclabile a fronte dei 22 chilometri attualmente esistenti e dei 7 chilometri di percorsi interni ai parchi" ha spiegato Giorgio Nardo, presidente di Asm. I primi tratti che verranno realizzati andranno, rispettivamente, da via Torino a Forte Marghera, da Trivignano ai Quattro Cantoni e da Zelarino fino a Piazzale Candiani. "Da via Torino la nuova ciclabile correrà lungo via Genova, via Bembo e via Cavallotti per giungere a Forte Marghera" ha spiegato l'assessore alla mobilità Enrico Mingardi. Il secondo percorso, il più lungo tra quelli previsti, misurerà oltre 6 chilometri dei quali già 2 realizzati, ed è caratterizzato da una pista ciclopedonale da Trivignano a Zelarino, per poi incrociarsi, prima dei Quattro Cantoni, con altri due percorsi che dovrebbero condurre rispettivamente al Terraglio e alla Gazzera. "Bisognerà studiare in futuro alternative alle piste miste ciclopedonali, che possono risultare pericolose" ha commentato Mingardi. Il terzo percorso, anch'esso lungo circa 6 chilometri, condurrà da Zelarino fino a Piazzale Candiani lungo via Paganella e Parco Ponci e intende collegare il centro di Mestre con i centri commerciali della periferia. In fase di progetto sono invece le tratte da Forte Carpenedo a Piazzale Cialdini, da San Teodoro al cimitero e, a Favaro, lungo le vie Altinia e Vallenari, per uno sviluppo complessivo di circa 11 chilometri. "Tra le criticità da affrontare più urgentemente nella rete ciclabile, che è comunque una delle più sicure d'Italia, vi è l'attraversamento della strada statale 14 in zona Pertini" ha indicato Mingardi. Mentre, per il futuro, Asm ha allo studio la bozza di progetto per un ponte ciclabile translaguna re, parallelo al ponte della Libertà, per connettere la riva ex Macello, a Cannaregio, con Punta San Giuliano. "Il ponte intersecherebbe il Canal Salso a San Giuliano e il canale Colambola a Venezia con un sistema di ponti mobili posti su pedane galleggianti" ha spiegato Nardo. La struttura poggerebbe anche sull'isolotto di San Secondo dove, secondo Nardo, "potrebbero sorgere bar o centri dove affittare bici o canoe per un giro in laguna ".

Pierluigi Tamburrini


 

25/10/2007 - Mancano soldi per la rinascita dell'isola della Certosa

Tratto da "Il Gazzettino" del 26/10/2007

Lo scopo è renderla fruibile alla cittadinanza. C'è solo un problema: i finanziamenti. Grazie all'insediamento di attività private - Vento di Venezia e l'Istituto europeo di design - l'isola della Certosa rinasce. Ma a piccoli passi, perchè le risorse pubbliche scarseggiano. Dall'altra parte, però, negli anni scorsi c'è stato invece uno spreco di risorse. Con lavori eseguiti in maniera "indecente" secondo l'assessore Mara Rumiz, a cui solo ora Ca' Farsetti ha posto rimedio. Il nodo principale riguarda la sistemazione del Parco, che è vasto circa 18 ettari rispetto ai 2 dove sono insediati i privati. Il finanziamento richiesto dal Comune di 2,5 milioni di euro per il recupero dell'area destinata a Parco è stato decurtato a poco più di 700mila euro. Briciole, insomma. Ieri le commissioni nona e decima (attività produttive e ambiente), accompagnate dagli assessori Enrico Mingardi e Mara Rumiz, hanno fatto un sopralluogo per verificare lo stato di avanzamento dei lavori. «E' esempio di una straordinaria collaborazione tra enti e privati per consentire il recupero e la piena funzionalità dell'isola - hanno sottolineato - la salvaguardia è possibile solo attraverso insediamenti di attività compatibili con il patrimonio storico della laguna ». Ma mancano i soldi. «Mi preoccupa il reperimento di risorse per la valorizzazione del Parco - ha aggiunto Rumiz - mi chiedo come rendere fruibili le isole stante lo stato drammatico delle nostre risorse». Infatti, nonostante ad oggi sia in corso un primo lotto per la sistemazione del Parco - che consentirà la realizzazione di un centro accoglienza per visitatori con servizi igienici annessi e un percorso per collegare l'area archeologica - per completare il tutto servirebbero altri 2 milioni di euro. Anche se, a dire il vero, è l'assessore Rumiz ad ammettere che i lavori fatti durante la precedente amministrazione sono stati "indecenti". «Con l'avvocatura civica c'è stata una rivalsa nei confronti dell'impresa - spiega - ora stiamo anche correggendo ai danni provocati prima: nella parte destinata a bar c'era sì il bagno per disabili, peccato che per arrivarci c'erano dei gradini. Oppure, gli scarichi non erano collegati alle conduttore. Problemi a cui si è dovuto mettere mano e che solo recentemente abbiamo potuto risanare». Dubbi? Sì, soprattutto da parte di alcuni consiglieri: ossia, Beppe Caccia (Verdi) e Sebastiano Bonzio (Rifondazione). La paura, dicono, è che l'isola venga troppo privatizzata e non sia aperta ai veneziani. E si chiedono pure quale sia il futuro per l'Ente Parco della Laguna . «Non vorrei che da una positiva collaborazione sinergica si arrivasse alla privatizzazione di qualcosa che è invece pubblico - ha affermato Caccia - vorrei sapere quale futuro vediamo per il Parco della Laguna ». Pronta la risposta di Rumiz. «Fermo restando la concessione ai privati, il resto dell'isola deve essere fruibile ai cittadini, quando sarà terminato il primo lotto sarà dato in gestione all'Ente».

Manuela Lamberti


 

1  2  3  4  5  6  7  8  9  10  11  12  13  14  15  16  17  18  19  20  21  22  23  24  25  26  27  28  29  30  31  32  33  34  35  36  37  38  39  40  41  42  43  44  45  46  47  48  49  50  51  52  53  54  55  56  57  58  59  60  61  62  63  64  65  66  67  68  69  70  71 
News nell'Archivio: 352